DALLE DIPENDENZE ALLA PANDEMIA: intossicazione e addomesticamento di massa
Il
sistema nel quale siamo immersi focalizza l'attenzione sull'individuo
malato, in una strate-gia di distrazione dalle dinamiche effettive in
atto nella società dei consumi.
Alla denuncia dell'aumento
progressivo delle dipendenze, da e senza sostanze, si risponde con la
disponibilità di centri di ascolto e di cura, in un paradossale processo
di autoalimenta-zione del problema tossico variamente inteso.
Già
Freud aveva indicato la necessità di un impegno sociale della
psicoanalisi oltre a quello strettamente clinico e individuale. James
Hillman, dalla prospettiva della psicologia archeti-pica è stato ancora
più esplicito: <>.
Questo
lavoro intende andare oltre a queste dinamiche che si rincorrono
all'interno del si-stema, e lo fa seguendo l'avvertimento di Ernst
Jünger: <>.
Ciò
che è divulgata limitatamente come "malattia" è l'obiettivo di una
strategia posta in es-sere da due forze sinergiche e concomitanti -
tecnocrazia e liberal-capitalismo - nella metodica operazione di
asservimento della massa. Si propinano i diritti alle voglie, queste
diventano bisogni, poi si arriva alle soddisfazioni frustrate, si
finisce con il disagio della dipendenza e, alla fine, il sistema offre
le soluzioni per i problemi che lo stesso ha creato.
Da cittadini
liberi a consumatori schiavi, con la morte di quel Desiderio che ha in
sé la vocazione rivoluzionaria del cambiamento. Se poi ci aggiungiamo la
paura, il gioco dell'addomesticamento è realizzato.
E' certo che
combattere il sistema non è cosa da poco, perché, come afferma Gomez
Dàvila: "il popolo non segue chi lo cura, ma chi lo droga".