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BRIGANTI , acquaforte colorata a mano,    di   BARTOLOMEO PINELLI

Bella stampa risalente al 1810 circa, da incisione all'acquaforte di Bartolomeo Pinelli , colorata a mano in tempi moderni . La stampa è in cartoncino e il retro è naturalmente bianco. E' in discrete condizioni, controllare le immagini. Viene inviata già montata su -----. Misura cm. 43x29 circa. Misura con il passepartout cm. 46,5x41 circa. Misura della parte incisa (compreso lo schiaccio) cm. 27x20,5 circa.
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Bartolomeo Pinelli

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Bartolomeo Pinelli

Bartolomeo Pinelli (Roma20 novembre 1781 ? Roma1º aprile 1835) è stato un incisorepittore e ceramista italiano.

Artista grafico estremamente prolifico, secondo recenti stime avrebbe prodotto circa quattromila incisioni e diecimila disegni[1].

Nelle sue stampe ha illustrato i costumi dei popoli italiani, i grandi capolavori della letteratura (VirgilioDanteTassoAriostoCervantesManzoni), e soggetti della storia romanagrecanapoleonica ecc. Il tema in generale più ricorrente è Roma, i suoi abitanti, i suoi monumenti, la città antica e quella a lui contemporanea. Ha avuto fra i propri allievi il noto ritrattista goriziano Giuseppe Tominz.

La sua opera di illustratore possiede, oltre all'intrinseco valore artistico, un rilevante significato documentario per l'etnografia di Roma, dell'Italia e della Svizzera[2]. Oltre al repertorio di immagini dedicate ai costumi romani ha illustrato numerosi libri, realizzando cicli ispirati a Iliade, Odissea, Eneide e alla mitologia greco-romana. Opere che maggiormente rivelano l'impronta del neoclassicismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Busto commemorativo di B. Pinelli a Trastevere
Affresco nella Villa Villoresi di Sesto Fiorentino
Giocatori di morra
Raccolta dei Costumi del Regno di Napoli:
"Costume di Napoli"
Bagnanti
Frontespizio della raccolta di 15 Costumi della Svizzera
Piazza di S. Cosimato in Trastevere
Enea e il dio Tiberino

Nacque a Roma il 20 novembre 1781, da Giovanni Battista e Francesca Gianfarani, in un edificio del rione di Trastevere oggi non più esistente, ma in corrispondenza del quale si trovano una lapide ed un busto bronzeo in suo onore.

Suo padre era un modellatore di statue devozionali, e lo avviò all'arte della manipolazione della ceramica. Tuttavia le sue capacità nel campo della figurazione si sarebbero esplicate soprattutto attraverso le tecniche dell'incisione, del disegno e della pittura. Si formò prima all'Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove la famiglia si era trasferita nel 1792, e poi all'Accademia di San Luca a Roma, dove era tornato nel 1799. Nello stesso 1799 cominciò la collaborazione con Franz Kaisermann, per il quale dipinse le figure delle sue vedute all'acquerello. Nel frattempo diede inizio ai suoi studi, sbocciati poi (1807) nell'Album di trentasei acquerelli di Scene e Costumi di Roma e del Lazio.

Quanto al suo aspetto fisico e alle sue abitudini comportamentali, così scrisse di lui un contemporaneo:

«Fu Bartolomeo Pinelli di media statura, di fisonomia e di portamento vivaci; portò folta la capigliatura che a lunghi boccoli gli incorniciava il viso e gli scendeva inanellata dinanzi [...]; i tratti del viso ebbe marcati, ma regolari, e non portò che i piccoli mustacchi come appare anche nel suo busto che fu posto al Pincio. Di costumi fu bizzarro, amante anche troppo dello scherzo. Vestì negligentemente a modo del popolo e lo si vide sempre girare per Roma accompagnato da due grandi mastini e munito di mazza che aveva per pomo una figura di bronzo. Era facile all'ira quantunque fosse di consueto allegro e faceto; fu scettico [leggi: ateo] come molti degli uomini di ingegno del suo tempo e fu patriota a suo modo, cioè innamorato di Roma antica, nella quale concentrò tutti i suoi affetti»

(David Silvagni, La corte e la società romana nei secoli XVII e XIX, Roma, Forzani & C. Tipografi del Senato, 1881-4, voll. 3, vol. III, p. 395)

Del 1809 è la sua prima serie di incisioni dal titolo Raccolta di cinquanta costumi pittoreschi incisi all'acquaforte. Fu probabilmente nello stesso anno che contrasse il matrimonio con Mariangela Gatti, avvenuto con rito repubblicano e dal quale nacquero una figlia femmina, forse morta in giovane età e di cui non si conoscono nemmeno gli estremi anagrafici, e un maschio, Achille. Nel 1816 realizzò le illustrazioni per la Storia Romana e nel 1821 quelle per la Storia Greca. Tra il 1822 e il 1823 realizzò le cinquantadue tavole per il Meo Patacca. Il 25 agosto 1834, per la sua indifferenza al precetto pasquale, ricevette con disprezzo l'interdetto. Morì povero il 1º aprile del 1835, lasciando incompleta l'illustrazione del Maggio romanesco di Giovanni Camillo Peresio.

La morte der zor Meo[modifica | modifica wikitesto]

Pochi giorni dopo Giuseppe Gioachino Belli scrisse il seguente sonetto:

La morte der zor Meo[3]
Sì, quello che pportava li capelli
Ggiù pp'er gruggno e la mosca ar barbozzale[4],
Er pittor de Trestevere, Pinelli[5],
È ccrepato pe ccausa d'un bucale[6].
V'abbasti questo, ch'er dottor Mucchielli[7],
Vista ch'ebbe la mmerda in ner pitale,
Cominciò a storce[8] e a mmasticalla male[9],
Eppoi disse: "Intimate li Fratelli[10]."
Che aveva da lassà? Ppe ffà bbisboccia[11].
Ner Gabbionaccio[12] de padron Torrone[13],
È mmorto co ttre ppavoli[14] in zaccoccia[15].
E ll'anima? Era ggià scummunicato[16],
Ha cchiuso l'occhi senza confessione...[17]
Cosa ne dite? Se[18] sarà ssarvato?
9 aprile 1835

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Oreste Raggi, nel suo libretto scritto il 1835, l'anno stesso della morte dell'artista, cita oltre a moltissimi disegni ed acquerelli circa 40 raccolte di stampe, pubblicate a Roma con una decina di editori diversi.

Tra queste:

  • Raccolta di Costumi di Roma (1809) - 50 rami
  • Altra raccolta di Costumi di Roma (?) - 50 rami
  • Il carnevale di Roma (?) - "un rame solo"
  • Istoria Romana - 101 stampe (editore Giovanni Scudellari)
  • La storia degli Imperatori, cominciando da Ottavio - 101 stampe (editore Giovanni Scudellari)
  • Dante, Inferno, Purgatorio e Paradiso - 145 stampe (editore Giovanni Scudellari)
  • Costumi della Campagna Romana (1823) - 50 rami (editore Giovanni Scudellari)
  • Il Tasso - La Gerusalemme Liberata - 72 stampe (editore Giovanni Scudellari)
  • L'Ariosto - L'Orlando Furioso - 100 stampe (editore Giovanni Scudellari)
  • Eneidi (sic) di Virgilio - 50 rami (editore Luigi Fabri)
  • Raccolta di costumi antichi
  • Istoria Greca - rami 100
  • Costumi del Regno di Napoli - 50 rami - (1828) (editore Giovanni Scudellari)
  • Meo Patacca - 50 rami
  • Raccolta di quindici costumi li più interessanti della Svizzera (1813) - 16 rami (editore Luigi Fabri)


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