1873
Medaglia commemorativa delle Nozze d'argento
del Cav. Girolamo Mancini
con la pubblica Biblioteca
e col Museo festeggiate dagli accademici Etruschi
nella tornata Solenne
del di V settembre MDCCCXCIX
Diam: 45mm
Peso: 44.9g
Questa medaglia bronzea onorifica, concepita secondo la tradizione accademica ,
è fortunatamente rimasta nella raccolta del Mancini . Al dritto, è rappresentato un
tripode pitico acceso, con avvinghiato un serpente, sovrastato da una stella, stemma dell’Ac cademia Etrusca di Cortona, col motto: obscura de re lucida pango, “traggo dall’oscurità la
luce”11; al rovescio, è una lunga scritta dedicatoria latina, probabilmente vergata dal vicebi bliotecario, il canonico Giuseppe Garzi.
Il Mancini svolse i suoi prestigiosi incarichi pubblici sino alla morte, avvenuta a Firenze
il 4 febbraio 1924, non avendo mai voluto percepire alcun emolumento: anzi devolvette
quanto gli era dovuto (500 lire annue) per l’acquisto di nuovi libri e per finanziare il restau ro di quelli vecchi. Nei suoi ultimi anni di vita, aiutò un giovane studioso a compiere una
ricerca sulla Cortona etrusca e romana, gli mise a disposizione biblioteca e museo anche
fuori orario, ma non partecipò attivamente alla redazione del libro, ritenendosi impreparato
ad affrontare «una sdrucciolevole via»12.
Tra i molteplici interessi culturali del Mancini, un aspetto poco conosciuto è senz’altro
quello del collezionismo di antichità: egli possedeva, infatti, una discreta raccolta di og getti archeologici provenienti dall’agro cortonese. Forse i contadini gli portavano i ritro vamenti casuali o forse era lui stesso a cercarli nei suoi vasti possedimenti terrieri, questo
purtroppo non è noto; comunque sia, gli oggetti della sua collezione denotano una chiara
provenienza locale. Si tratta di circa 260 reperti, rappresentativi della cultura materiale di
ambito etrusco-italico, prodotti soprattutto dal III al I secolo a.C.: ceramiche e buccheri
di manifattura chiusina e aretina, balsamari, piccoli oggetti metallici, come frammenti
di bardature per cavalli, pesi da telaio, orecchini, fibule e numerose statuette votive in
bronzo. Questi materiali furono però venduti nel 1962 dal conte Paolo Mancini Griffoli
all’antiquario Ivan Bruschi, mentre altri dieci pezzi sono attualmente di proprietà della
Cassa di Risparmio di Firenze. Fortunatamente è stato realizzato un piccolo catalogo di
questa porzione della collezione, in occasione di una mostra allestita in collaborazione con
la Soprintendenza archeologica della Toscana13.
Il quadro degli interessi collezionistici del Mancini recentemente si è molto ampliato,
grazie ai generosi lasciti della famiglia Bardi-Boccaccini alla Biblioteca del Sacro Eremo
di Camaldoli.
PROFILO BIOGRAFICO DI GIROLAMO MANCINI (1832-1924)