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Valutazione di quadri e dipinti antichi

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   NICOLA PALIZZI 
(Vasto 1820  Napoli 1870)

 antico quadro dipinto
Tecnica Acquerello su Cartoncino
raffigurazione Paesaggio con figura
 (cm 25x35 ca.)
 Iscritto e locato Napoli in basso a destra, in cornice intagliata
Con cornice di dimensioni 
44 x 54 cm ca.

Nicola Palizzi nasce a Vasto il 20 febbraio 1820, da madre nativa di Rocca San Giovanni (Doralice Del Greco, donna colta e dedita alla musica che sapeva suonare il pianoforte e gestire la casa) e da padre di origine siciliana, nato a Lanciano (Antonio, avvocato ed insegnante di belle lettere, definito galantuomo, esperto di leggi e dotato di varie e vaste aspirazioni letterarie ed artistiche), trasferitisi da Lanciano a Vasto nel 1815, avendo ottenuto Antonio un impiego alla Sottoprefettura di Vasto)*. 
Terzo dei quattro fratelli della celebre famiglia di artisti: 
Giuseppe (1812 - 1888), nativo di Lanciano ove vi rimase per tre anni, Filippo (1818 - 1899), Francesco Paolo (1825 - 1871), nativi di Vasto.
A mano a mano, i quattro giovani presero la via di Napoli, per frequentare l'Accademia delle Belle Arti.
I primi a partire furono Giuseppe, a 24 anni nel 1836 e Filippo, a 18 anni, nel 1836; Nicola, a 22 anni, nel 1842; Francesco Paolo, a 20 anni, nel 1845.
Chiamato dai fratelli, si recò a Napoli a 22 anni, dopo aver fatto a quel tempo l'armaiolo a Vasto. Fece rapidi progressi all'Accademia di Belle Arti ed in poco tempo divenne uno dei più rinomati artisti della scuola napoletana.
Fin dal 1843 fu tra gli espositori della Biennale borbonica, poi alla Mostra nel Real Museo borbonico.
Nei primi anni Cinquanta la produzione di Nicola Palizzi si orientava alternativamente verso un paesaggismo storico, genere riportato in auge da Massimo d’Azeglio e a Napoli praticato da Gabriele Smargiassi, e un paesaggismo dal vero di impianto posillipista.
A partire dal 1851 cominciò a realizzare anche dipinti di cronaca e poi dal 1854  realizzò vari dipinti dal vero.
La concezione pittorica di Nicola si rafforzò in seguito al suo viaggio a Parigi nel 1856, dopo le tappe a Roma e a Firenze, dove acquisì una certa influenza del fratello Giuseppe.
Nel 1859 fu nominato professore onorario del Real Istituto di belle arti di Napoli insieme con Gabriele e Gonsalvo Carelli.
Negli anni Sessanta la sintonia con Cammarano e con la cosiddetta scuola di Resina si consolidò, come dimostrano alcuni dipinti di vedute.
Anche certe ricerche spaziali basate su un impianto prospettico si richiamano da un lato alle esperienze di posillipisti, dall’altro a quadri di Cammarano.
Non ebbe rivali per armonia e ricchezza di colorito, fu produttivo forse più dei fratelli, ma all'apice della sua carriera immaturamente la morte lo colse! Nicola Palizzi muore a Napoli il 26 settembre 1870.
Fra i suoi lavori ricordiamo: «Melfi distrutta dal terremoto», «Un paesaggio della provincia di Avellino», premiati all'Esposizione napoletana del 1865, «La caccia al cinghiale», nella Reggia di Capodimonte, «Dopo la tempesta», nella Pinacoteca di Lisbona, e «La piazza Orsini a Benevento», conservata nella Pinacoteca di Vasto.

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