MATTIOLI - MATTHIOLI - BOTANICA - ERBE - PIANTE MEDICINALI : bellissima XILOGRAFIA ORIGINALE d’epoca tratta dai famosi “Discorsi” di Pietro Andrea MATTIOLI (Siena, 12 marzo 1501 - Trento, 1578), opera fondamentale sulle piante medicinali, un vero punto di riferimento per scienziati e medici per diversi secoli.

 

Trattasi di pagina completa (fronte-retro) originale d'epoca. / It is an original (forehead-back) full page of epoch.

 

Opera/Work: "Discorsi di Mattioli su Dioscoride"

Soggetto/Subject: "VERONICA MASCHIO" (pag. 730)

Autore/Author: Pietro Andrea MATTIOLI

Epoca/Age: metà 1500

Dimensioni/Dimensions: circa 20,9 cm x 34,5 cm

Stato di conservazione/State of maintenance: BUONO (leggermente restaurata in alto e sul lato sinistro) / GOOD (slightly restored at the top and on the left side)

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BREVE BIOGRAFIA

Pietro Andrea Mattioli (Siena12 marzo 1501 – Trento1578) è stato un umanista e medico italiano.

 Pietro (Pier) Andrea Mattioli (Matthioli) nasce a Siena nel 1501, ma passa la sua infanzia a Venezia, dove il padre, Francesco, esercita la professione di medico.

Appena sufficientemente grande, il padre lo manda a Padova dove inizia a studiare varie materie, tipiche dell'epoca, come il latino, il greco antico, la retorica e la filosofia. Tuttavia Pietro Andrea si appassiona più che a tutte alla medicina, e proprio in questa materia si laurea nel 1523. Quando il padre muore, torna tuttavia a Siena ma la città è sconvolta da una faida fra famiglie rivali per cui decide di recarsi a Perugia per studiare chirurgia sotto il maestro Gregorio Caravita.

Da lì si trasferisce a Roma dove continua i suoi studi medici presso l' Ospedale di Santo Spirito e lo Xenodochium San Giacomo per gli incurabili, ma nel 1527, a causa del sacco dei Lanzichenecchi, decide di lasciare la città per trasferirsi a Trento dove rimane per un trentennio. Va quindi a vivere in Val di Non e presto la sua fama giunge alle orecchie del principe-vescovo Bernardo Clesio che lo invita presso il castello del Buonconsiglio offrendogli il posto di consigliere e medico personale. Proprio al vescovo Clesio, Mattioli dedicherà due delle sue prime opere, una delle quali, il poema in versi «Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento» descrive in dettaglio la ristrutturazione di carattere rinascimentale che il vescovo ordinò per il suo castello. Il poema, pubblicato nel 1539 dal Marcolini a Venezia, utilizza una struttura detta dell'ottava rima, come quella che usava il Boccaccio, ma non è opera dello stesso livello di quelle di altri poeti dell'epoca.

Nel 1528 Mattioli sposa una donna trentina, una tal Elisabetta di cui non è noto il cognome, e dalla quale ha un figlio. Cinque anni dopo pubblica il suo primo libello: «Morbi Gallici Novum ac Utilissimum Opusculum» e inizia a lavorare alla sua opera su Dioscoride. Poi nel 1536 Mattioli accompagna Bernardo Clesio a Napoli per un incontro con l'imperatore Carlo V. Quando tuttavia Bernardo Clesio muore, nel 1539, gli succede Cristoforo Madruzzo il quale ha già un medico, e così Mattioli si trasferisce a Cles, dove tuttavia si trova presto in ristrettezze finanziarie.

 Tra il 1541 e il 1542 Mattioli si trasferisce a Gorizia, dove pratica la professione di medico e lavora alla traduzione della Materia Medica di Dioscoride dal greco, aggiungendovi i suoi discorsi e commenti. Poi finalmente nel 1544 pubblica per la prima volta la sua opera principale, «Di Pedacio Dioscoride Anazarbeo Libri cinque Della historia, et materia medicinale tradotti in lingua volgare italiana da M. Pietro Andrea Matthiolo Sanese Medico, con amplissimi discorsi, et comenti, et dottissime annotationi, et censure del medesimo interprete», più comunemente conosciuto come i «Discorsi di Pier Andrea Mattioli» sull'opera di Dioscoride. La prima stesura fu pubblicata a Venezia senza le figure e fu dedicata al cardinale Cristoforo Madruzzo, principe-vescovo di Trento e Bressanone.

 Da notare che Mattioli non si limita a tradurre l'opera di Dioscoride, ma la completa con i risultati di una serie di ricerche su piante ancora sconosciute all'epoca, trasformando i Discorsi in un'opera fondamentale sulle piante medicinali, un vero punto di riferimento per scienziati e medici per diversi secoli.

 Nel 1548 pubblica la seconda edizione dei «Discorsi di Mattioli su Dioscoride», con l'aggiunta del sesto libro sui rimedi contro i veleni, considerato apocrifo da molti. In seguito vengono pubblicate molte altre edizioni, alcune tuttavia senza la sua approvazione. Riceve anche molte critiche da notabili dell'epoca. Nel 1554 viene pubblicata la prima edizione latina dei Discorsi di Mattioli, chiamata anche Commentarii, ovvero «Petri Andreae Matthioli Medici Senensis Commentarii, in Libros sex Pedacii Dioscoridis Anazarbei, de Materia Medica, Adjectis quàm plurimis plantarum & animalium imaginibus, eodem authore>>. È la prima edizione ad essere illustrata ed è dedicata a Ferdinando I d'Austria, allora Principe dei Romani, di Pannonia e di Boemia, infante di Spagna, arciduca d'Austra, duca di Borgogna, conte e signore del Tirolo. In seguito sarà tradotta anche in ceco (1562), tedesco (1563) e Francese.

 In seguito a tanta fama e successo, Ferdinando I chiama Mattioli a Praga come medico personale del suo secondogenito arciduca Ferdinando. Prima di partire, tuttavia, gli abitanti di Gorizia decidono di donagli una preziosa catena d'oro che si può vedere in molte delle sue raffigurazioni, come segno di stima e affetto. Nonostante questo, nel 1555 Mattioli si trasferisce a Praga, anche se già l'anno successivo è costretto a seguire, suo malgrado, l'arciduca Ferdinando in Ungheria nella guerra contro i Turchi.

 Nel 1557 si sposa per la seconda volta con una nobile goriziana, Girolama di Varmo dalla quale ha due figli, Ferdinando nel 1562 e Massimiliano nel 1568, i cui nomi sono scelti chiaramente in onore della casa reale. Proprio il 13 luglio 1562 Mattioli viene nominato da Ferdinando Consigliere Aulico e nobile del Sacro Romano Impero. Quando Ferdinando muore nel 1564 sale al trono Massimiliano II. Per un po' Mattioli resta al servizio del nuovo sovrano, ma nel 1571 decide di ritirarsi definitivamente a Trento. Due anni prima si era sposato per la terza volta, di nuovo con una donna trentina, una tale Susanna Caerubina.

Nel 1578 Pietro Andrea Mattioli muore di peste a Trento nel mese di gennaio o di febbraio. I figli Ferdinando e Massimiliano gli dedicano un magnifico monumento funebre che pongono nel Duomo della città, tuttora esistente.