(A cura del Dott. Marco Neri)
Nella percezione comune, la classica "barretta" alimentare ha assunto un ruolo consolidato ed accettato, ma non tutte le barrette alimentari hanno le medesime caratteristiche e qualità: impariamo quindi a giudicarle con il necessario spirito critico.
La stragrande maggioranza delle persone tende a considerare le barrette (quasi) una normalità nella propria dieta.
Tale concezione è dovuta principalmente ai media, soprattutto alla TV, che da almeno 10 anni presenta le barrette come pasti sostitutivi e completi.
Una semplificazione di questo tipo disorienta l'utente e non gli permette di distinguere fra una barretta tecnica e una meno affidabile sotto il profilo qualitativo.
Nell'approccio alle barrette, il 90% del pubblico ha come riferimento i classici "snack" merendina e si aspetta che questi siano gustosi e prelibati.
Le aziende produttrici sono ben coscienti di questo meccanismo e puntano a soddisfare le richieste del mercato a discapito, spesso, della qualità .
Le barrette si possono suddividere in:
1. Proteiche con quote variabili e tipologie diverse di carboidrati
2. Proteiche a bassi carboidrati (comprese le iperlipidiche)
3. Energetiche (con o senza copertura di cacao).
1. Le prime sono essenzialmente degli snack proteici, delle merendine gustose volte a mantenere un buon apporto proteico, ma senza troppa cura della quantità e qualità dei carboidrati e grassi introdotti.
All'interno di questa tipologia troviamo anche molte barrette "sostitutive di pasto".
Per assumere tale dicitura infatti, basta che si attengano alle indicazioni ministeriali sul quantitativo di macronutrienti (comprese fibre e vitamine) da assicurare per la copertura minima a sostituzione di un pasto.
2. La seconda categoria riguarda le cosiddette barrette "tecniche".
Esse forniscono la massima dose proteica cercando di ridurre al minimo il quantitativo di zuccheri.
Anche la presenza di grassi è controllata, ma solitamente in questo tipo di filosofia alimentare "low carb" l'essenziale è il controllo insulinico.
Si possono inserire in questa classe le barrette specializzate compatibili con alcune scelte alimentari (tipo "dieta a zona").
Le pezzature delle barrette di queste categorie sono molteplici, dipendono della lavorazione e soprattutto dal tipo di macchine utilizzate dal confezionatore; solitamente si va dai 35 agli 80/100g è importante sapere che, secondo la normativa italiana, uno snack "monodose" deve contenere al massimo 35 gr di proteine.Ipotizzando quindi una barretta da 80g, per avere 35g di proteine occorre che il suo tenore proteico sia del 43% (percentuale altissima se si intende mantenere la caratteristica di low carb).
3. La terza categoria è quella delle barrette a base quasi esclusiva di zuccheri. La differenza tra queste ultime e gli snack "da bar" è il ridotto quantitativo di grassi (se questi sono presenti dovrebbero essere tecnici, vale a dire utili alla prestazione), e una scelta accurata della tipologia di carboidrati, che tenga conto dei tempi di attivazione e di indice glicemico.
Tutte le tipologie sopra esposte possono inoltre essere arricchite con degli aminoacidi oppure con della creatina.
Le barrette energetiche, essendo indirizzate principalmente a chi fa sport di resistenza, vengono spesso addizionate con molecole come la carnitina o i grassi MCT e formulate con cereali, pasta di mandorle, miele, frutta secca ecc.
Le barrette varie possono inoltre contenere pool di vitamine e minerali che certamente impreziosiscono il prodotto.