L'Anima ritrovata...

Musica per i violini degli Amati

Music for the Amati violins

ensemble L’AURA SOAVE Cremona  
on original instruments

Diego Cantalupi, direttore artistico


contenuto musicale -contents:

*Francesco Carubelli, Gavotta, Bransle simple,Bransle double

da
Terpsichore Musarum, Wolfenbüttel 1612

*Marc’Antonio Ingegneri, Aria di canzon francese

da Il secondo libro de madrigali, Venezia 1579

Biagio Marini,
Romanesca per violino solo e basso se piace

da Arie, Madrigali e Correnti, Modena 1620

 Passacaglio

da Sonate op. XXII, Venezia 1655

 Sonata III per tre violini

da Sonate op. XXII, Venezia 1655

Claudio Monteverdi,
 
Sinfonia

dal VII libro di madrigali, Venezia 1619

Tarquinio Merula,
La Monteverde

dal quarto libro delle canzoni , Venezia 1651

Sonata seconda

dal quarto libro delle canzoni, Venezia 1651

Toccata del secondo tono

dal Ms. Berlin, Lübbenauer Orgeltabulatur

*Maurizio Cazzati, Ciaccona

da Varii e diversi capricci per camera e per chiesa op. 50, Bologna 1660

Carlo Antonio Marino, Sonata n. 10

da Suonate op. III, Amsterdam s.d.

Arcangelo Corelli,
Concerto grosso n. 4

da Concerti grossi op. VI, Amsterdam 1714

*First recording


 

Gli Amati, artigiani cremonesi universalmente riconosciuti come coloro che hanno perfezionato la morfologia del violino, definendone la forma oggi considerata ‘classica’, ha operato a Cremona per oltre 300 anni, dalla prima metà del XVI sec., fino a tutto il XVII.

In particolare Andrea Amati (1505 - 1577), capostipite della famiglia, e i suoi due figli, Antonio (1540 - 1608) e Girolamo (1561-1630), attuarono una vera e propria rivoluzione dal punto di vista della costruzione e delle forme, che contribuì in maniera preponderante a investire il violino di un ruolo solistico vero e proprio.

Sin da allora possedere un violino costruito da un Amati (o più generalmente uscito da una bottega di un artigiano cremonese) era non solo segno di distinzione per ogni grande musicista e virtuoso, ma garanzia di un’eccellente qualità sonora dello strumento. Tra il Cinquecento e il Seicento, infatti, Cremona rivestiva un ruolo primario non solo nel fornire strumenti alle principali corti europee, ma a istruire e formare violinisti che, potendo lavorando fianco a fianco dei liutai, riuscivano a guidare gli artigiani nel perfezionamento delle forme e della resa sonora dei loro strumenti.

Tuttavia la necessità di ottenere un suono più corposo ed un volume più potente ha fatto sì che fin dall’Ottocento gli strumenti antichi venissero radicalmente modificati, sostituendone alcune parti come grandezza dell’anima, la lunghezza e l’angolazione del manico, la morfologia delle catene, ma anche spessore dei legni, in modo tale da allineare le prestazioni acustiche alle necessità stilistiche del repertorio romantico e contemporaneo. Non solo: le corde, un tempo costruite utilizzando la minugia (gut), vennero sostituite da corde di metallo, che, unitamente ai nuovi modelli di archetto (diversi per forma e dimensioni) contribuirono a snaturare completamente il suono originale degli strumenti antichi.

Ma qual era la musica per cui questi strumenti erano stati costruiti? Quali i compositori? Quale l’uso dei violini, considerato che l’ ‘orchestra’ come la intendiamo oggi era ancora lontana dal venire?

Risulta quasi impossibile esaurire in solo cd in modo esaustivo un argomento così ampio e complesso; perciò ho deciso di limitare il repertorio alla musica strumentale che in area cremonese (ma anche limitrofa: cioè bresciana e cremasca) si sviluppò dalla fine del cinquecento in avanti.

D’altra parte se a Cremona la bottega degli Amati nacque e prosperò fino a raggiungere il livello d’eccellenza ormai noto è lecito pensare, nonostante la scarsità di documenti, l’esistenza di una propizia e variegata situazione musicale.



The Amatis were Cremonese craftsmen universally recognized as those who perfected the morphology of the violin by defining the form considered “classic” today.  They worked in Cremona for 300 years from the first half of the 16th Century until the end of the 17th Century.

In particular the head of the family,  Andrea Amati (1505 - 1577), and his sons Antonio (1540 - 1638) and Girolamo (1561-1630) brought about an actual revolution in construction and form that contributed in a predominant way to attributing the violin a real soloistic role. Since that time, having a violin built by an Amati (or more generally, one that came out of the workshop of a  Cremonese artisan) was not only a sign of distinction for every great musician and virtuoso but a guarantee of excellent sound quality of the instrument.  Between the 1500’s and 1600’s, in fact, Cremona played a primary role not only in supplying instruments to principle European courts but also in educating and shaping violinists who, because they worked side by side with luthiers, were able to guide the craftsmen in perfecting the form and sonorous yield of their instruments.  

Nevertheless the necessity of obtaining a more full-bodied sound and powerful volume had the effect that, since the 1800’s, old instruments  were radically modified by substituting some parts such as soundpost size, length and angle of the neck, morphology of the bass bar and thickness of the wood in such a way as to align the acoustic abilities with stylistic requirements of the Romantic and Contemporary repertory.  Not only that:  strings which were once made using gut, were substituted with metal strings that contributed, along with the new model of bow (different in size and form) to completely denaturing the original sound of the old instruments.

But what music were these instruments built for?  Which composers?  What use of violins considering that the orchestra as we know it today was a long time in coming?

It is nearly impossible in a single CD to exhaust such a broad and complex subject.  For that reason I’ve decided to limit the repertory to instrumental music developed in the region of Cremona (and neighboring Brescia and Crema)  from the end of the 1500’s onward.In addition, if the Amati workshop was born and prospered to its well-known level of excellence, one can also imagine, despite the lack of documented evidence, the existence of an propitious and diversified musical environment.


 




MVcremona

 MVC/005-019 DDD 


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