Ronaldo come Pelè, il Brasile trionfa e prega

Il Brasile è Campione del mondo per la quinta volta. Il trionfo di Yokohama, 2-0 su una Germania più che perfetta in tutto tranne che nel segnare i gol, è il segno di una supremazia calcistica che scardina le leggende e va oltre i luoghi comuni. Il Brasile del passato quello di Pelè o quello di Falcao e Socrates, i confronti, le classifiche: tutto scompare di fronte a questo Brasile, meno spettacolare e più concreto del solito, che vince dopo aver sofferto, trionfa dopo aver rischiato di subire. L'immagine perfetta di questo Brasile è nel suo leader e goleador: Ronaldo. Sue le due reti della finale, suo il titolo di capocannoniere (8 gol in 7 partite), suo il trionfo nel trionfo. Il Fenomeno è tornato e si prende la rivincita sulla malasorte, sugli infortuni, persino sulle lacrime dell'Olimpico: «Sono due gol che coronano il mio lavoro e quello della squadra, dopo due terribili anni di sofferenze: dedico i due gol alla mia famiglia e al dottor Saillant». Quattro anni fa, alla vigilia della finale di Francia '98 era cominciato il suo calvario. Ora il riscatto e la ricompensa premiano Ronaldo, che entra nella leggenda, eguagliando anche il primato di gol mondiali di Pelè.

TAGLIA M ed L IN PRONTA CONSEGNA

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