ARANCIO, sottotitolato 'Goethe giornalista di guerra', il lavoro di Franco Cordelli che ha debuttato al Vascello con la regia di 
Sandro Berdini, fa parte di un corpus di sei commedie scritte fra l'84 e l'88. "Era un modo, ricorda l'autore, per riaccostarmi 
alla drammaturgia dopo aver attraversato come critico e compagno di strada un'epoca del teatro sperimentale, quella della 
Scuola Romana, che consideravo chiusa o in via di estinzione". La spinta a mettersi a tavolino era venuta anche da 
Gianfranco Varetto che di quella stagione romana era stato uno dei protagonisti, e desiderava voltar pagina misurandosi in 
maniera frontale con un testo di parola. "Per lui scrissi, rielaborando il mio prediletto Diderot, Siberina, rappresentato nell'85; 
e poi, l'anno successivo, 'Antipasqua' che partiva, come traccia drammaturgica, dal 'Lenz' di Buchner...".
Ripensandoli a distanza di tempo, esiste qualche legame tra Arancio e quei due precedenti lavori? "Mi sono reso conto, 
soltanto alla prova generale, con gli attori in costume settecentesco, che mi sono sempre traslocato in quell'epoca; forse 
perché le mie commedie, come del resto i miei romanzi, sono dei dialoghi d'idee, dei contes philosophiques...". Anche Arancio, 
come le altre due pièces, è una riscrittura. "Ma a differenza di Siberina, imbevuto dello spirito dei Lumi, e di Antipasqua, il più 
estremista e romantico, Arancio, che nella scala dei colori rappresenta il colore della mediazione, ci mostra Goethe alla ricerca 
di un compromesso tra il vecchio mondo classico modellato secondo le gerarchie naturali e il mondo moderno con le sue 
richieste di uguaglianza democratica, il suo dominio della ragione o dell'ideologia sulla natura. Non c'è bisogno di aggiungere 
che Goethe, trovandosi dalla parte del fronte tedesco, tifava in cuor suo per il mondo classico". In questo scontro, in questa 
guerra avvenuta realmente sui campi di battaglia con la campagna di Francia, che vide la sconfitta dei tedeschi a Valmy nel 
1792, Goethe che ruolo svolgeva? "Seguiva la guerra dalle retrovie; era una sorta di reporter come Hemingway, soltanto che 
lui rielaborò e diede alle stampe quei diari e appunti dal fronte solo in seguito, 20 anni dopo, con il titolo Campagna di Francia 
del 1792, creando un nuovo genere letterario". Nello spettacolo di Berdini si vedrà, magari attraverso il binocolo dell'osservatore 
privilegiato, qualche scampolo di battaglia? "Assolutamente no. Tutto si svolge, viene ambientato, secondo l'idea della regia, 
in una grande palestra, una polisportiva...". E l'autore è d'accordo con questa idea? "Mi sembra che renda bene il mondo di 
certi giornalisti letterati, non Hemingway in questo caso, che riferiscono tenendosi a prudente distanza. Ma rende bene anche 
lo spirito dei nostri tempi dove parlare della guerra è diventato quasi come commentare le partite di calcio viste in televisione...". 

Franco Cordelli (Roma, 20 febbraio 1943) è uno scrittore e critico teatrale italiano. Scrittore, saggista e critico teatrale, collabora 
con il «Corriere della Sera». Vive a Roma. Ha pubblicato romanzi (Procida, Le forze in campo, I puri spiriti, Pinkerton, Le guerre 
lontane, Un inchino a terra, Il Duca di Mantova) e saggi (Partenze eroiche, La democrazia magica, La religione del romanzo, 
Lontano dal romanzo).

Descrizione bibliografica
Titolo: Arancio
Autore: Franco Cordelli
Editore: Salerno: Sottotraccia, Dicembre 1994
Lunghezza: 107 pagine; 21 cm
ISBN: 8886351089, 9788886351089
Collana: Volume 1 di Alba pratalia
Soggetti: Letteratura Italiana, Narrativa, Romanzi storici, Poeti italiani, Racconti, Poesie, Libri Vintage Fuori catalogo, Storia, 
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