Tommaso Di Giulio - Per Fortuna Dormo Poco - Cd - Usato

Data di uscita: 19/ 3/2013

Genere: Italia

Recensione:

Tommaso Di Giulio, nato a Roma nell’agosto del 1986, inizia a prendere dimestichezza col palco e col microfono a quindici anni, grazie ad un gruppo di compagni di liceo che lo invitano a cantare in una band rockabilly. Con l'intensificarsi dell'attività dal vivo, la conquista di premi all'interno di alcuni concorsi musicali e la pubblicazione dell'album autoprodotto 'Tutto il male vien per nuocere' cresce anche l'attenzione delle radio (Rai radio 1, Isoradio, Radio Popolare, Radio Città Futura, Fandango Web Radio, Radio Dimensione Musica e altre) della tv (nel 2009 Tommaso duetta con Max Gazzè all'interno della trasmissione 1x1 in onda su SKY) e della stampa specializzata, che in alcuni casi ha definito il suo stile come 'pop cinematografico' o 'rock tragicomico'. Nel 2012 arriva tra i 4 finalisti di Musicultura e viene selezionato tra i primi 60 finalisti per Sanremo giovani 2013, viene chiamato per comporre la colonna sonora di Isoradio E…state in garage e Inverno in Garage. Per Fortuna Dormo Poco è un pensiero contraddittorio, quasi un ossimoro. E’ una di quelle frasi che fa scuotere la testa al suo medico. Si, in effetti dorme poco. Oltre ad essere un’ammissione autobiografica (il cantautore, si sa, è una creatura notturna) Per Fortuna Dormo Poco è un album che racconta gli spazi di confine, come quelle ore piccole che non si sa mai se chiamarle notte o mattina, in cui le impressioni di ieri si sommano alle speranze per affrontare il domani. L’album racconta la sua esigenza fisica di scrivere canzoni, racconta di viaggi e di ritorni, nella loro accezione più ampia. E’ una galleria di personaggi surreali, malinconici, arrabbiati e sopratutto innamorati che si muove in un’Italia dolceamara. Per Fortuna Dormo Poco è infine un manifesto contro il cinismo, un invito a lasciarsi andare e ad affrontare il futuro armati d’ironia. Le canzoni di Per Fortuna Dormo Poco si avvicendano in maniera atipica: la scaletta comincia infatti con toni chiaroscurali per diventare poi spostarsi, man mano, verso orizzonti sonori più accesi e ritmiche incalzanti; volendo potremmo dire che la scaletta del disco si sviluppa concettualmente al contrario di come vanno a finire la maggior parte delle storie d’amore, in cui , generalmente, prima si “balla' e poi si piange. L’ideale, ascoltando questo disco, sarebbe di poter ballare senza freni inibitori commuovendosi allo stesso tempo

Brani:

 

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