Al lettore. La prima edizione di questo libro comparve nel 1946 presso la casa editrice Humus. La seconda frazionò l'opera in diversi volumi recanti titoli diversi, stampati tra il 1963 e il 1964 (presso la L.S.E.). In questi anni, accentuandosi in me l'esigenza di mettere in rilievo il momento contenutistico nelle diverse sfere dell'attività mentale (nell'arte, per es., come nella filosofia), avvertivo nella mia coscienza speculativa l'affiorare d'una posizione che mi sembrava incompatibile con quanto avevo sostenuto nel Disegno d'una filosofia critica dell'esperienza pura (ed. Perrella, Roma, 1938) e nella stessa prima edizione dell'Introduzione alla filosofia. Qui l'atto si era ancora posto come espressione della vita spirituale concreta e la coscienza come il traguardo ideale dal quale il filosofo deve guardare il mondo e il suo continuo trasformarsi. Ben si era adattato a tale concezione il titolo di idealismo critico e proprio questo, or che nella mia mente erano in gestazione nuove esigenze, generava in me una certa diffidenza. Mi pareva di dover tutto ricominciare daccapo e per poco non sconfessai la mia opera: perciò la nuova edizione fu stampata quasi alla macchia e si ebbe lo smembramento in vari volumi. Tuttavia, mentre ristampavo il Problema della conoscenza, ebbi modo di riflettere sul carattere critico del pensiero moderno e di trarre da esso alcune conseguenze nei riguardi del mio stesso pensiero, già da me tratte in precedenza e applicate, come canone interpretativo, allo svolgimento storico del pensiero filosofico in genere e in particolare a quello dal Rinascimento in poi. Il mio saggio recante appunto come titolo Il carattere critico del pensiero moderno era stato composto nel 1940 più volte ristampato (ora è nel vol. La filosofia dell'esperienza e la fondazione dell'umanesimo). Le mie riflessioni mi suggerirono di aggiungere una nota al par 6 del suddetto capitolo sulla gnoseologia: nota ch'io ritengo valida anche dal punto di vista delle nuove esigenze ed alla quale perciò rimando il lettore. In verità, in me è stata sempre viva un'esigenza antidogmatica: per essa ho rifiutato il realismo metafisico, per essa altresì l'ingenuo realismo gnoseologico così come la costruzione a priori di un sistema dialettico di tipo idealistico, alla maniera del Croce o del Gentile (per i quali, appunto, il sistema delle categorie e il loro ordine ricorrente segnano, a priori, col metodo di una deduzione pura, la sequenza per così dire obbligata delle forme del reale). Ma sfuggire al realismo ingenuo come all'idealismo non significa cadere in un dualismo, che dia ragione al mondo e al pensiero, ammettendo la realtà di entrambi in sede separata. Il carattere critico della filosofia moderna significa innanzi tutto il ritrovamento della concretezza nell'immancabile presenza, nell'atto speculativo, dell'uomo e del mondo, della forma e del contenuto, del pensiero pensante e della realtà pensata. Il legame che stringe questi due termini è un reciproco presupporsi e condizionarsi, un reciproco logico trascendersi: un porsi il mondo come trascendentale contenutistico, e l'uomo (la mente) come trascendentale formale. Questo significa, in altri termini, che il concetto fondamentale della filosofia è quello di sintesi non è né il contenuto (se ci fosse, avrebbe ragione il realismo ingenuo!) né la forma (l'idea vuota a priori, dove a priori è inconcepibile!), la sintesi, ossia la trascendentale immancabilità dei due termini. ma proprio Ed eccoci giunti al traguardo ideale d'ogni filosofia: dove si ritrova l'unità uomo-mondo se non nella mente dell'uomo?

Ma la mente non può concepirsi se non come coscienza e l'uomo, speculando, non ha altro punto di partenza da cui muovere per la conquista del mondo se non la sua coscienza.
Ma è soggettivo in senso empirico e individuale il mondo del sapere? Mai più! Ed ecco come dire idealismo critico è come dire realismo critico: perché sempre la realtà si coglie per via del pensiero e sempre il pensiero si pone in riferimento alla realtà del mondo. È vero: l'idealismo ha introdotto i concetti di autocoscienza trascendentale e di sintesi a priori: ma non è questa una conquista impreteribile del pensiero? Forse che un realismo, di qualsiasi tipo, può parlare della sua realtà, comunque intesa, senza fare riferimento al pensiero e alla coscienza? In questo senso il pensiero moderno è critico: perché non si lascia sfuggire questa verità fondamentale. Perché allora la filosofia dell'esperienza dovrebbe respingere la sua prima denominazione di idealismo critico (che è poi realismo critico), se in essa è contenuta tutta la modernità delle sue vedute, non-dommatiche, non-dualistiche, non affette da pretese eccessive quanto ingenue? Proprio la visione critica avente a suo fondamento la verità della sintesi a priori mi ha permesso di accentuare il momento realistico, contenutistico del filosofare, senza cadere nell'ingenua pretesa di porre, pensando, una realtà impenetrabile al pensiero! Ecco allora perché, pur avendo guadagnato una posizione speculativa che potrebbe anche formularsi con proposizioni e accentuazioni diverse dalle precedenti, mi è consentito ripresentare la mia opera del 1946 come espressione tuttora valida del mio pensiero, a sua volta convalidata dalle istanze più profonde e più vere del pensiero filosofico moderno. Questa è, in breve, la giustificazione teorica della terza edizione della mia Introduzione: coraggiosamente la ripropongo come un travaglio autentico di pensiero e la ripresento nella sua composizione integrale ed organica.

Comunque il lettore debba giudicare del suo valore, resta fermo ch'essa rappresenta, quanto meno, un momento della mia cultura e della mia formazione mentale, utilmente riproponibile all'attenzione degli studiosi, sotto il profilo umano e speculativo. C'è tuttavia qualche cosa impresa: il consenso di colleghi di più che mi conforta in questa e scolari e la richiesta della nuova edizione, da essi pervenutami. Se poi mi è lecito credere agli autori che, nel 1965, hanno illustrato criticamente la mia opera, nel XXV anniversario del mio insegnamento universitario, col volume La filosofia dell'esperienza di C. C. posso dare a questa Introduzione il valore di una testimonianza storica, riferibile ad un'epoca ben determinata e a un ben determinato aspetto della cultura italiana. Rinnovo, infine, la mia dedica ai giovani, a quelli che «vorranno intendere e seguirmi». A chi, per non perire del tutto, deve affidarsi l'età matura, se non alle energie ancora fresche della vita? 

Napoli, 20 novembre 1966 CLETO CARBONARA.

Descrizione bibliografica
Titolo: Introduzione alla Filosofia
Autore: Cleto Carbonara
Editore: Napoli: Editrice Ferraro, 1966 (terza edizione)
Lunghezza: 302 pagine; 22 cm
Soggetti: Libri rari fuori catalogo, Collezionismo, Filosofia, Saggi, Manuali, Libri universitari, Abbagnano Aldo Masullo Trione Aliotta Aristotele Attualistica Bergson Calogero Cartesio Categorie Concetto Concezione Contenuto Coscienza Covotti Cristianesimo Critica Dialettica Gnoseologia Fenomenologia Atto Attualismo Essere Uomo DFCEP Disegno Divenire Dottrina empiristica Enneadi Esperienza Estetica Marsilio Ficino Plotino Forme Esperienza Eugenio Garin Benedetto Croce Cultura Giovanni Gentile Giuseppe Mazzini Hegel Idealistica Intelligibile Ipostasi Jaeger Empirismo Logica Materialismo storico Mazzini Metafisica Metodologia Mondo Monografia Criticismo Kant Napoli Neoplatonismo Pensatori Pensiero Platonismo Plotiniana Prassi Principio Priori Problema Processo Realtà Ricerca Sintesi Soggetto Speculativa Spirito Spirituale Storia Storicismo Storiografia filosofica Struttura Teoretica Termini Tradizione Ontologia Trascendenza Immanenza Umanesimo Rinascimento Anni Sessanta Anni Quaranta Anni Cinquanta Dottrina Psicologia Esistenza Logica Scienza Giudizio Stato Azione Teoria Ideale Giustificazione Bibliografia Riferimento Fichte Autocoscienza Cartesio Circolo di Vienna Noumeno Spinoza Cosmologia Storiografia Cogito Galilei Bacone Pitagora Eraclito Platone Aristotele Neoplatonici Rivelazione cristiana Sant'Agostino Scoto Arabi Avicebron Alfarabi Avicenna Estetica crociana Presocratici Cristianesimo Meditazioni Metafisiche Medioevo Pico della Mirandola Cabala Epicuro Kristeller Rivoluzione copernicana Tycho Brahe Astronomia Matematica Inquisizione Dialogo Meccanicismo Sillogismo Apodissi Legge morale Metodo Bene Male Libertà Libero arbitrio Provvidenza Immortalità Organo Epistemologia Opere generali Carabellese Brehier Ritter Wundt Grundrisse Windelband Valori Lamanna Spaventa Galluppi Rickert Chiodi Cousin Caramella Momigliano Novecento Filosofi italiani Rare books out of print Collectibles Philosophy Essays Manuals University books Aristotle Current affairs Descartes Categories Concept Conception Consciousness Christianity Criticism Dialectics Gnoseology Phenomenology Actualism Being Man Dialectics Drawing Becoming Empiricist Doctrine Enneads Experience Aesthetics Criticism Plotinus Forms Experience Culture Idealistic Intelligible Hypostasis Empiricism Historical Materialism Metaphysics Methodology World Monograph Criticism Naples Neoplatonism Thinkers Thought Platonism Plotinian Practice Principle Problem Process Reality Research Synthesis Subject Speculative Spiritual History Historicism Philosophical Historiography Theoretical Structure Terms Tradition Ontology Transcendence Immanence Humanism Renaissance 1960s 1940s 1950s Doctrine Psychology Existence Science Judgment State Action Theory Ideal Justification Bibliography Reference Self -awareness Cosmology Storiography Pythagoras Heraclitus Plato Aristotle Neoplatonic Revelation Christian Idealism Critical Presocratic Christianity Metaphysical Meditations Medioevo Cabala Epicurus Copernican revolution Mathematical Astronomy Inquisition Dialogue Silogism Holy Law Method Law Method Freedom Epistemology Works general Values Twentieth Century Italian philosophers Saint Augustine Scotus Middle Ages Kabbalah