La Sad - Odio La Sad - Cd (digipack)

Data di uscita: 5/ 4/2024

Genere: Italia

Recensione:

La Sad, quelli “con i capelli tinti che si spacciano depressi, ma che sono dei finti tristi. Tre stupidi pagliacci rosa, verde e blu, Che non sanno cantare senza l’autotune. Questo qui non è punk, non c’è più dignità, Questa è la rovina dell’umanità“. Così Plant, Fiks e Theø cantano in Odio La Sad, omonimo brano di apertura del successore di Sto nella Sad, album del 2022 che mese dopo mese è riuscito a raggiungere il disco d’oro.
Quell’estratto sintetizza le critiche più frequenti (e banali) che vengono lanciate nei confronti del trio milanese. Perché diciamolo, è fin troppo facile demolirli: abbiamo tre ragazzi (di cui due ben over trenta) che, non avendo sfondato nel rap, tentano la carta del pop-punk andando in scia al revival internazionale lanciato qualche tempo prima da gente come Machine Gun Kelly, inglobando stereotipi su stereoptipi (a livello musicale, a livello di testi e a livello estetico), riproposti in modo quasi monotematico.
Ma non è un problema di essere fake o meno, non è un problema di look, non è un problema di autotune o di essere finto punk e ovviamente le rovine dell’umanità sono ben altre: la critica che forse ha più senso fare oggi ad un disco come Odio La Sad è quella di ruotare costantemente attorno alle stesse due-tre tematiche (depressione, droghe e situazioni adolescenziali), con la stessa attitudine (un po’ nazional popolare, un po’ da Smemoranda se esistesse ancora) e con le stesse soluzioni musicali prese in prestito da NOFX, Blink-182 o Sum-41. Un giochino che rischia di aver già mostrato tutte le proprie carte dopo appena due anni.
Le collaborazioni con Pinguini Tattici Nucleari, Articolo 31 (qualcosa del periodo Domani Smetto non sono lontanissime), Rose Villain, Donatella Rettore, Bnkr44 o Naska fungono principalmente da amplificatori di una direzione discografica prevedibile dopo la partecipazione a Sanremo. Poi possiamo anche ammettere che i brani de La Sad sono più catchy e (furbamente) meglio composti rispetto a quelli dei Finley o dei Dari di quasi vent’anni prima e che presi nel giusto contesto sono certamente più divertenti di quelli di Machine Gun Kelly, ma forse il ragionamento più ottimista che possiamo fare è quello di essere certi che tra dieci-quindici anni ad alcuni teenager di oggi scapperà un sorriso-misto-lacrima a ripensare a quando ascoltavano La Sad.

Brani:

 

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