Grytzko Mascioni
LO SPECCHIO GRECO
PREFAZIONE A MOLTI VIAGGI
Ed. SEI 1980
Prima edizione
pagg. XXX+579
Molte illustrazioni
Formato 16X23 cm.
tela rossa editoriale con sovraccoperta illustrata
Stato : ottimo


Dai risvolti della sovraccoperta:
Ciò che più colpisce di questo libro cosi ricco e singolare, è la sua apparente impossibilità. Col turismo di massa, con le agenzie, le guide, le visite in gruppo, i prospetti, i manualetti, i filmetti, viaggiare è diventato troppo facile, e disperatamente difficile. Quel che ci fanno vedere, ci sembra già visto. Le notizie che ci danno, si mischiano come pillole nei cassetti della nostra memoria. Le antiche capitali si confondono, le battaglie e i regni si accalcano in mezza giornata, le arcate e le statue, appena fotografate, perdono profondità, consistenza, perfino il nome. Tutto, alla fine, è uguale. Tutto, come un tempo, è di nuovo ignoto.
Raccogliendo questa sfida paradossale, Grytzko Mascioni è ripartito deliberatamente da zero, e con le doti tradizionali dell'esploratore (avido e meticoloso entusiasmo, coraggio, astuzia, avventurosa disponibilità, freschezza spregiudicata) ha « visitato » la Grecia, la sua storia, la sua cultura, le sue città, i suoi musei, le sue montagne, e ce ne da qui il felice ed esauriente resoconto.
È un libro d'autore, ma non nel senso di un'angusta cronaca privata: attraverso una fitta rete di richiami, citazioni, letture, osservazioni dirette, note e didascalie personalissime, si ricompone via via davanti a noi l'immagine complessa e affascinante di quella che resta, sotto strati di cliché, la culla della civiltà occidentale.
È un libro appassionato e comunicativo, che coinvolge il lettore in una « traversata » piena di straordinarie sorprese, suggestioni, riscoperte, gemme trascurate o dimenticate.
È un libro prezioso e obbligatorio, perché viene incontro alla domanda che ognuno di noi, prima o poi, si pone: «ma insomma, onestamente, io quanto ne so, della Grecia ? ».
(Fruttero e Lucentini)
GRYTZKO MASCIONI, nato (1936, grigione di Brusio) e cresciuto in un ambito retico, tra Valtellina, Engadina e Valle di Poschiavo, dopo gli studi compiuti a Milano, dove a lungo ha vissuto, collabora dalla fondazione ('61) alla Televisione della Svizzera italiana, per la quale ha realizzato numerosi programmi di varia natura: e della stessa radio e televisione è, dal '73, capo dei programmi dello spettacolo. Ma è soprattutto scrittore: autore di raccolte di poesie come Sette di cuori ('58). Il favoloso spreco ('68; '77), I passeri di Horkheimer ('69; '78), // bene raro (con 6 acqueforti di H. Richter, '70), premiate fra l'altro ad Amalfi da S. Quasimodo, a Cervia, a Napoli, ecc., e recentemente ('79) dalla SCHWEIZERISCHE SCHILLERSTIFTUNG, e tradotte in diverse lingue. Ha scritto un romanzo, Carta d'autunno (Mondadori, premio « Inedito », '73), ed è pure autore di racconti e radiodrammi. Saggista, ha firmato alcuni testi (La fotografia, II cinema) in L'Arte Moderna diretta da F. Russoli, voi. XIV, e pubblicati da riviste come Comunità, II Dramma, L'Europa letteraria. Regista, ha diretto in teatro (a Roma e altrove) per la prima volta II Duello di A. Gatto (scena R. Guttuso, musiche G. Petrassi), ha realizzato documentari d'arte e ha vinto nel '65 il Premio Internazionale MIFED con il ritratto musicale « Le case di Milano ». Ma ama in particolare ricordare la pièce di C. Zuckmayer, Katharina Knie, '77 (traduzione I. A. Chiusano, musiche G. Negri, scene P. Bissegger, con Tino Carraro, Lina Volonghi, ecc.). Stanno inoltre per essere programmati in vari paesi i tredici i episodi di una coproduzione internazionale dedicata a una rivisitazione della narrativa italiana delle origini, BOCCACCIO & C., e una sua trascrizione (in corso di pubblicazione) della saga tebana, che diverrà pure un film (con Michael Lonsdale, Geneviève Omini, Jean Vigny, Diana Terrieri, Grazia Maria Spina, Teco Celio, ecc.). Ma l'amore di Mascioni per una paradigmatica Grecia è antico: nel '54, diciassettenne, aveva già pubblicato una raccolta, in 200 esemplari numerati, di sue traduzioni poetiche intitolate Da Saffo.

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