D. M. Thomas
L'ALBERGO BIANCO
Ed. Euroclub 1983
su licenza Sperling & Kupfer
Coll. Ingrandimenti
Traduzioni di Marco Amante
pagg. 308+(10)
 Formato 14X21,5 cm. circa
copertina rileg. in tela con sovraccoperta illustrata
Stato: buono (gore al taglio superiore, piccolissime usure alla sovraccoperta)

 

Dai risvolti della sovraccoperta:
Una delle singolarità più evidenti di questo romanzo è che Sigmund Freud è assunto come personaggio di una storia immaginaria, essendo la psicoanalisi uno dei temi del libro. Thomas lo introduce nel Prologo come autore di alcune lettere scambiate con un discepolo per caldeggiare la lettura di due scritti di una giovane paziente afflitta da una forma d'isteria.
I due documenti, in versi la prima stesura e in prosa la seconda, sono il prodotto di «una fantasia libidica spinta all'estremo combinata con un'estrema morbosità». La fantasia erotica della donna ha un suo luogo che è L'albergo bianco del titolo, simbolo, come spiega Freud, del «corpo della madre». Con l'aiuto di questi documenti e con i colloqui diretti con la paziente, Freud riesce a portare alla luce il trauma che è all'origine dell'isteria; benché giudichi l'analisi più incompleta che in altri casi, ritiene però Frau Anna G., come la chiama convenzionalmente, guarita «dì tutti i suoi mali tranne che, per così dire, della vita...».
In un altro capitolo l'autore ci mostra la stessa donna dieci anni dopo in viaggio verso Milano dove è attesa alla Scala. È un soprano di una certa notorietà, si chiama Lisa Erdman. La vicenda scorre densa di avvenimenti, fino a culminare con uno degli episodi più atroci dell'ultima guerra: l'eccidio di Babi Yar nel 1941. La protagonista, di ascendenza ebraica, vi si troverà coinvolta, con tutte le altre vìttime e le persone che le sono state care.

 

(1406I.POD-I6)