Aldo Rosselli
ZEFIRO
Ed. Rizzoli 1982
Prima edizione
pagg. 149+(3)
Formato 13,5X21,5 cm. circa
cop. brossura editoriale illustrata
In copertina: Mario Schifano, Biplano, 1982, collezione Ugo Ferranti, Roma. Foto Capone e Gianvenuti.
con ritagli di giornale
Stato: buono (brunitura e segni a matita)


Dalla quarta di copertina:
Nel lungo, accorato, ma anche appassionato e vitale monologo di Lavinia Fond prende vita rincontro-scontro con Zefiro Pollini, candido e irreducibile "idealista", pronto ad organizzare una disperata missione antifascista a bordo di un fragile aereo monoposto, ma anche a preparare con singolare tenacia la sconfitta del rapporto con la sua amante. Celebre attrice americana di monologhi, di severe tradizioni puritane, Lavinia finanzia il volo di Zefiro, pur restando incapace di lasciarsi andare quel tanto che basterebbe per spezzare l'eterno monologo e passare a un più umano dialogo. Sempre, nei romanzi di Rosselli, è emersa la tematica dello scacco matto dei sentimenti, la solitària sopravvivenza al dialogo. In Zefiro, per la prima volta, si affaccia l'ipotesi della Storia in contrapposizione alla tensione perdente dell'io. Così la Nizza del 1929, luogo d'incontro di emigrati politici come Zefiro, ma anche teatro degli anni Venti dipinti da Fitzgerald, diventa l'occasione di scelta tra due mondi contrapposti, quello del lusso puritano di Lavinia e l'altro, di generosa ansia utopistica, di Zefiro. In un lungo viaggio verso la pista di volo Zefiro, rendendosi conto che dalla sua missione non farà ritorno, fa un lungo, torturato e talvolta ironico, consuntivo della propria vicenda. In esso si agitano i noti e minacciosi fantasmi della "frigidità" e dell'"idealismo", cioè dell'importanza di vivere la vicenda della quotidianità senza rispecchiarsi nella realtà apparentemente più appagante della Storia, della militanza politica coi suoi obiettivi non viziati della fatuità e imprendibilità delle passioni.
Nel 1939, a New York, a dieci anni di distanza dalla fallita missione di Zefiro, ancora una volta la politica irrompe violentemente nella vita di Lavinia. Questa volta è l'annuncio del patto Ribbentrop-Molotov, la guerra mondiale ormai realtà non più esorcizzabile. La disillusione provata da Lavinia coincide con una più definitiva sconfitta nella sua esistenza di donna, sempre più sola nella sua celebrità in cui ormai difficilmente entrano sentimenti che non contribuiscano a un ulteriore svuotamento della sua esistenza. L'ultima parte del romanzo, quella che forse realizza più pienamente l'immagine enigmatica e sofferta della protagonista, muove proprio dalla constatazione che ormai rimane soltanto il monologo. Ed ecco che, su una spiaggia versiliese degli anni Sessanta, Lavinia trova la sua più vera "voce", recitando a se stessa, ormai vecchia, il racconto della sua vita. Un racconto a lei stessa non chiaro, intriso di nostalgie e rimpianti, ma che al lettore restituisce con immagini vivide e violentemente determinate il senso di un'impossibilità privata, dell'incapacità di dare e ricevere amore, ma al contempo la certezza che quella stessa impossibilità ha spesso coinciso con l'impotenza della Storia in un fitto intreccio di azioni e tentativi generosi. Nelle ultime pagine rispunta un misterioso personaggio, un cinese di nome Xiao Chen, anche lui forse partecipe di un dialogo ormai lontano negli anni, i cui interrogativi, tuttavia, continuano a porsi con un'insistenza inquietante. Così lo vede Lavinia, immersa nella quiete quasi notturna della spiaggia: "Nella mia passività lui mi viene incontro, composto com'è di tutte le descrizioni e rievocazioni che di lui mi sono giunte negli anni. Pur non avendolo mai visto né conosciuto, mi sento pervadere da quel senso di attesa che solo in pochissimi istanti della mia vita ho provato per uomini in carne ed ossa che la mia ansia amorosa aveva tramutato in esseri capaci di visitarmi, abitarmi e tramutarmi in modi ignoti e temibili".
ALDO ROSSELLI è nato a Firenze nel 1934 e oggi vive e lavora a Roma. Ha pubblicato i romanzi // megalomane (Vallecchi, 1964), Ottoz (Mondadori, 1968), Professione: mìtomane (Vallecchi, 1971), Finalista del Premio Strega 1971, La trasformazione (Cooperativa Scrittori, 1977), Premio Sila 1978; oltre al volume di racconti Episodi di Guerriglia urbana (Marsilio, 1972), Premio Settembrini-Mestre 1972. Inoltre, nel 1978 è uscito un suo saggio sulla psichiatria, Psichiatria e anti-psichiatria nel Sud (Lerici). Nel 1980 esce a sua cura La violenza inesplosa, un'antologia di racconti italiani contemporanei.

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