AMERIGO BARTOLI


Macerata,  Palazzo Ricci, 18 Giugno - 30 Settembre 1994




come sempre curatissimo ed impeccabile, nella rinomatissima tradizione degli specialisti seriali della Electa, l' eccellente e prestigioso catalogo della mostra dedicata ad Amerigo Bartoli Natinguerra allestita nel 1994 nella ridente cittadina marchigiana di Macerata, dove la gente è sempre allegra e spensierata e piange soltanto quando taglia la cipolla, però il sindaco in quei giorni si è molto raccomandato con tutti i cittadini di non sghignazzare e sogghignare troppo soprattutto quando visitavano la rassegna, altrimenti la loro abituale e tipica gaia letizia avrebbe potuto essere male interpretata


AMERIGO BARTOLI NATINGUERRA
Terni 1890-Roma 1971;
pittore e caricaturista

Nato il 24 Dicembre 1890 a Terni da genitori di origine marchigiana, si trasferì a Roma nel 1906 per studiare all'Accademia di Belle Arti: lì divenne allievo di Giulio Aristide Sartorio, aiutandolo nella realizzazione di affreschi decorativi di diverse ville e palazzi romani, nonché di alcune sale del Palazzo del Quirinale. Prende attivamente parte alla vita artistica della capitale e nel 1916 partecipa alla Quarta Esposizione Internazionale d'Arte della Secessione Romana ed inizia a pubblicare alcuni disegni sulla rivista L'Eroica, dando così inizio a una lunga e prolifica collaborazione con numerosi giornali e riviste dell'epoca tra i quali sono da annoverare PasquinoCronache d'attualitàIl Fronte InternoLa GibernaIl Primato Artistico ItalianoIl Travaso delle ideeIndexCorriere ItalianoGalleriaIl Guerin MeschinoTerza PaginaLa LetturaLa TribunaIl SelvaggioGazzetta del PopoloL'ItalianoOmnibusPrimatoDomenicaStampa SeraCosmopolitaEuropeoEpocaIl Mondo.

Nel 1920 divide lo studio con Giorgio de Chirico; l'anno seguente compie un viaggio in Germania ed espone alla I Biennale di Roma. Diventa uno degli artisti più noti ed apprezzati, tanto da vincere il primo premio alla Biennale di Venezia, nella XVII edizione con il suo Gli amici al Caffè (1930), oggi conservato alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. In esso è immortalato uno dei tanti incontri al Caffè Aragno di Via del Corso Roma, a cui Bartoli era solito prendere parte insieme ad alcuni degli amici che frequentavano con lui i principali salotti letterari: Ardengo SofficiEmilio CecchiGiuseppe Ungaretti e Vincenzo Cardarelli.

Nel 1937, eseguì, con la tecnica del trompe-l'œil, gli interessanti dipinti murali nella sala del ping-pong della Villa Saffi, a Forlì. Insegnò all'Accademia d'arte per ventuno anni dal 1939 fino al 1960 formando più generazioni di artisti (da Accatino a Ceroli, da Avanessian a Pascali). Dal successivo dopoguerra pubblicò periodicamente strisce satiriche per il settimanale Il Mondo, insieme a piccoli volumi di storie, aforismi e disegni. Nel corso degli anni ha collaborato anche a La TribunaLa LetturaLa Gazzetta del PopoloQuadrivioOmnibusLa Fiera Letteraria.

Nel 1943 sposò a Roma Giuditta "Ditta" Cecchi (1913-1966), una figlia di Emilio Cecchi e Leonetta Pieraccini e sorella di Giovanna "Suso" Cecchi D'Amico.

Nel 1965 vinse il premio nazionale "A. Soffici" a Prato mentre cinque anni dopo curò una sua antologica alla galleria Centro di Milano. Dopo la dipartita gli sono state dedicate mostre rievocative e la medaglia d'oro alla memoria alla VII Biennale dell'umorismo nell'arte di Tolentino, nel 1973. Bartoli era basso di statura e aveva braccia molto corte, di conseguenza in molti lo dileggiavano; tuttavia, essendo autoironico, egli stesso diffondeva le battute contro di lui: il 5 luglio 1941, ad esempio, raccontò a Bottai che Cardarelli aveva esclamato nei suoi confronti: "Diventerà così presbite, invecchiando, che non gli basteranno le braccia per leggere il giornale!".


mostra e catalogo a cura di Giuseppe Appella


testi di Giuseppe Appella, Leonetta Cecchi Pieraccini, Giovanni Russo, Stefania Graziano



ricca appendice illustrata con : note biografiche, percorso artistico, cenni critici 




ELECTA MILANO / ELEMOND editori associati, 1994, BROSSURATO CON BANDELLE LATERALI, 296 PAGINE + COPERTINA, A COLORI, FORMATO cm. 23x27



VOLUME IN CONDIZIONI OTTIME


BARTOLI NATINGUERRA, Amerigo. - Figlio di Adolfo e di Cesira Ferrini, entrambi di origine marchigiana, nacque a Terni il 24 dic. 1890.

Compiuti gli studi ginnasiali, nel 1906 si trasferì a Roma con la famiglia (dopo la morte della prima moglie, il padre si era risposato con Luigia Ciotti, di Todi) e a Roma frequentò l'Accademia di belle arti, facendo contemporaneamente pratica nello studio del pittore E. Ballerini. Nel 1909 fu ammesso con esame a frequentare il corso libero superiore di pittura con Aristide Sartorio, con il quale si diplomò con lode nel 1911, ottenendo un premio dal ministero della Pubblica Istruzione, che consisteva in una borsa di studio per un viaggio di istruzione artistica a Firenze e a Torino. Il B. proseguì poi fino a Parigi come si racconta in una nota di A. Baldini (Patti, 1973). Nel 1912 conseguì il diploma di abilitazione all'insegnamento di disegno nelle scuole tecniche e normali. Dopo l'Accademia, fece pratica nello studio di Sartorio. Nel 1921 visitò Monaco, Dresda e Berlino e, nel 1931, fu a Londra con l'amico Emilio Cecchi.

Nel 1943 sposò a Roma Giuditta Cecchi, una delle figlie di Emilio, che gli sarà affezionata compagna e che il B. accudirà con amore nella lunga malattia che doveva condurla alla morte, nell'estate del1966.

Nel 1936 eseguì la decorazione a fresco di alcune stanze della sede centrale della Banca nazionale del lavoro di Roma e, nel 1939, l'affresco con il Battesimo di Gesù nella cripta della chiesa di S. Giovanni Battista, al villaggio Oliveti di Tripoli.

Assai precoce fu la sua partecipazione a mostre ufficiali; nel 1913 fu ammesso dalla giuria al concorso per il Pensionato artistico nazionale, con il quadro Un gruppo di donne guarda un'adolescente nuda (erroneamente titolato Nello studio: cfr. Spadini, 1987; Roma, coll. L. Bartoli Brai); nello stesso anno ottenne la menzione onorevole al concorso Lana, bandito dall'Accademia di S. Luca.

Quest'ultima possiede parecchie opere del B., tra cui La cameriera dal fotografo, del 1927, espressione della suggestione che esercitò su di lui il classicismo novecentista.

Proprio nel 1927 aveva partecipato a Roma alla XCIII Esposizione della Società amatori e cultori di belle arti in una sala intitolata a "Dieci artisti del Novecento italiano", presentata da M. Sarfatti.

Nel 1921 concorse ancora al Pensionato artistico col dipinto Cacciata di casa (Roma, collez. V. Bartoli); nel 1922 partecipò alla Fiorentina primaverile come aderente al gruppo "Valori plastici" e nel 1929 alla Mostra del Sindacato artistico laziale; nel 1935 alla Mostra d'arte italiana contemporanea a Parigi e alla Quadriennale romana. Alla Biennale di Venezia del 1930 ricevette il primo premio di composizione per il celebre Amici al Caffè, ora alla Galleria d'arte moderna di Roma.

Vi ritrasse i frequentatori della terza saletta del caffè Aragno di Roma, luogo di ritrovo di artisti ed intellettuali nel periodo fra le due guerre che il B. frequentava assiduamente in una sua distaccata ed ironica veste di osservatore, intrecciando legami duraturi di amicizia con B. Barilli, R. Francalancia, F. Trombadori, A. Soffici, M. Broglio, C. Socrate. R. Longhi ed altri, facenti capo alla Ronda ed a Valori plastici. Il B., per quanto fortemente inserito nell'ambiente artistico romano, dove dominava il tonalismo della "scuola romana", non rinunciava ad un suo preciso linguaggio figurativo, più vicino ad A. Spadini e a Soffici e continuatore della tradizione otto-novecentesca.

L'anno successivo partecipò alla I Quadriennale romana dove ebbe la sua prima personale; questa manifestazione lo vide presente continuativamente fino al 1947 e ancora nel 1955 e nel 1959.

Dal 1939 al 1960 insegnò pittura all'Accademia di belle arti di Roma e ricevette, per questo, il diploma di prima classe e la medaglia d'oro dei benemeriti della scuola.

Di una sua marginale attività di scultore sono documentate solo alcune opere, databili intorno all'anno 1930, tra cui una testa di A. Baldini del 1928, di proprietà privata; ma nel 1933 vinse il concorso per il Monumento al marinaio, di Brindisi, alla cui realizzazione attese insieme all'architetto Luigi Brunati, scolpendo, anche, una statua della Vergine, poi fusa in bronzo, per la cripta posta sotto il monumento.

Nel periodo della guerra partecipò al III premio Bergamo di pittura del 1941 e, nel medesimo anno, fu al Salón de humoristas, a Madrid, dove vinse la medaglia d'oro per il disegno.

Nel secondo dopoguerra continuò ad esercitare la sua attività di pittore accanto a quella forse più conosciuta di disegnatore satirico. Nel 1947 partecipò come pittore alla Mostra nazionale d'arte sacra "Angelicum", a Milano, ed ancora alle Biennali veneziane del 1950 e del 1952, ottenendo premi e benemerenze.

Fu accademico di S. Luca nel 1947; accademico onorario dell'Accademia nazionale Cherubini di Firenze nel 1950; accademico di merito della Pontificia Accademia artistica dei virtuosi al Pantheon di Roma nel 1961. Tra i numerosi premi si ricorda il primo premio nazionale A. Soffici a Prato del 1965.

Il B. collaborò con una vignetta settimanale al Mondo, dal 1949 al 1971. Con grande coerenza espressiva continuò un'attività che si era manifestata, in precedenza, nella collaborazione a vari periodici: Numero e Pasquino (1915); Index (1919); Il Selvaggio (1930); Quadrivio (1934); Omnibus (1937), e il quotidiano torinese La Gazzetta del popolo (1932). La sua vena umoresca, amante del paradosso e della battuta fulminea, affidata al segno morbido e grasso della matita, in modo realistico ma senza acredine, tratteggiava i costumi di una società in rapida evoluzione.

Per lui sono stati fatti i nomi di Daumier, Forain, Lautrec e Gavarni in riferimento al segno che non è solo sintesi e satira, ma dà spazio al bozzetto, colorisce e sfuma i tratti come in pittura. Questo risalta, soprattutto, nei ritratti ad olio degli amici da Cardarelli a Francalancia, a Longhi; e, nella grafica, nelle descrizioni della Roma della speculazione edilizia (aveva fatto parte nel 1958 della commissione per il nuovo piano regolatore) e dei costumi degli italiani. Molti dei suoi disegni sono stati raccolti e pubblicati da lui stesso, in una costante collaborazione editoriale, cominciata nel 1920, con E. Formiggini: nel 1934, Roma in selci, prefazione di A. Baldini, Bologna; nel 1952, Oggi come oggi, prefazione di M. Soldati, Roma; nel 1957, GliItaliani in casa, prefazione di I. Montanelli, Milano; nel 1968, L'aragosta, Milano; nel 1969, Quando tutto era più bello, Roma; nel 1971, Amici presi in giro, prefazione di V. Cardarelli e L. Longanesi, Milano.

La sua appasionata attività di grafico si è espressa inoltre nell'illustrazione di opere classiche e moderne: 6 disegni fuori testo per Don Giovanni in Sicilia di V. Brancati, Milano 1952; 7 litografie per La mandragola di N. Machiavelli, 120 esemplari numerati, Verona 1957; 8 disegni per DoppioMelafumo di A. Baldini, Torino 1957; litografia per la 40ª terzina del XXIX canto del Paradiso per La Commedia di Dante, 500 esemplari numerati per il VII centenario della nascita, Milano 1965; 16 tavole a colori per Epigrammi di Marziale, Roma 1965.

Nel 1970 curò una sua antologica alla galleria Centro di Milano. Morì a Roma il 20 dicembre 1971.

Gli sono state dedicate mostre rievocative e la medaglia d'oro alla memoria alla VII Biennale dell'umorismo nell'arte di Tolentino, nel 1973.

Oltre che in numerose collezioni private italiane e straniere, opere del B. sono conservate in importanti sedi e gallerie; tra le altre: Galleria del comune di Roma; collezione del ministero degli Esteri; Casa dei Cavalieri di Rodi a Roma; Istituto italiano di credito fondiario di Roma; Galleria d'arte moderna di Torino; Cassa di risparmio di Terni; Museo di Alatri.


Amerigo Bartoli (Gli amici al caffè, 1930 – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea).

E' un’istantanea della vita culturale di Roma di quell’epoca. Amerigo Bartoli, ritrae seduti ai tavolini del Caffè Aragno, intellettuali ed artisti. Si riconoscono, da sinistra: Emilio Cecchi, Vincenzo Cardarelli, Carlo Socrate, Ardengo Soffici, Antonio Baldini, Pasqualina Spadini, Giuseppe Ungaretti, Mario Broglio (di spalle), il cameriere Malatesta, Armando Ferri, Quirino Ruggeri, Roberto Longhi, Riccardo Francalancia, Amerigo Bartoli, Aurelio Saffi, Bruno Barilli.