Cod.EA

PLAYBOY ITALIA      #    5   05/1981

la rivista rivolta al pubblico maschile più famosa, longeva e diffusa nel mondo, caratterizzata dal simbolo del coniglio che in realtà è un ossimoro perchè evoca prestazioni amatorie scadenti e frettolose, ma emblematico del paradosso più celebre e dibattuto al mondo (almeno dopo quello di achille e la tartaruga) che caratterizza da sempre la figura del dongiovanni libertino in stile zanza e gianluca vacchi : se si sofferma troppo con una femmina, consumando tempo ed energie, come fa poi ad accontentare tutte le altre che attendono smaniose per lui ? il trombatore seriale si deve dunque gestire all'insegna del due colpetti e via, poi subito avanti un' altra, senza però alla fine dare il piacere completo a nessuna ? una contraddizione in termini ed attributi davvero atroce ed insostenibile, che alcuni recenti e molto attendibili studi medici hanno dimostrato che può essere causa di impotenza precoce e di sindrome dell'oca morta


IN COVER : ormai veterana avvezza ed assuefatta ai servizi di nudo su carta patinata, ANNAMARIA RIZZOLI fintanto che fisico e mente glielo permettono continua a spogliarsi periodicamente alternando con metodico e puntuale turn-over Playmen e Playboy, mentre aspetta una sospirata pensione che pare non arrivare mai anche se stavolta non si può certo dare la colpa a quella piagnucolona della Fornero   SERVIZIO INTERNO DI 8 PAGINE CON 10 FOTO (di cui una a doppia pagina)

 

 

GLI ALTRI CONTENUTI DI QUESTO NUMERO :

- doppia intervista parallela (una tecnica giornalistica che le jene hanno sicuramente copiato da qui) a ROBERT DE NIRO e MARTIN SCORSESE

- RICORDO DI NEEDLEMAN Remembering Needleman  un racconto di Woody Allen tratto dall' antologia comica Side Effects / Effetti Collaterali

- MOTO DA CROSS : le pagelle alle due ruote più prestanti nel fango e nella mota (BMW R 80 GS, SWM 320 Guanaco, Aprilia 250 MX, KTM 125 LC, Cagiva 125 WMX, Fantic 50 Trial, Malaguti Black Special 5,  ma se paga papà vanno poi tutte bene)

- l'intenditore Giancarlo Baghetti presenta la nuova FIAT RITMO 105 TC (di preferenza rossa, così se rimanete a piedi in mezza campagna potete farvi spingere da un toro) 

i padrini dello sport mondiale : Bob Arum e Don King (boxe), Bernie Ecclestone (Formula1), MarkMcCormack (golf)

- il piacere in mano : le carte da gioco erotiche disegnate da Pier Canosa per la Art Gallery di Renzo Cortina

- la moltiplicazione dei suoni e dei rumori : in sala d'incisione alla consolle a 48 piste (più eventualmente qualcun'altra nel piatto o nello specchietto lì accanto)

- l' esperto Jeff Dunas ci presenta la sicuramente non avariata AVA, che beato chi se la lava 8 pagine con foto di cui una a doppia pagina

- Cruciale playmate del mese è la crucca CORINNA BECKTZ aka Corinna Drews ( included attached CFP)

- la troia e prostituta francese VERONIQUE LA CROIX al centro di una deprimente ed emblematica vicenda che vede ancora una volta la teocrazia clericale e bigotta ad opprimere e straziare l'Italia : una seria, esperta competente professionista vittima di scherzi a parte (in una trasmissione dell' epoca dal titolo AAA OFFRESI) ossia di una candid camera che la aveva ripresa serafica, solare, gioiosa ed instancabile durante 14 ore ininterrotte di lungo e duro lavoro nella sua dimora romana, immagini poi solertemente ed implacabilmente censurate dai membri cattolici manovrati dal vaticano nella commissione di vigilanza RAI (quindi in pratica tutti quanti). Roberto Rocchi però le concede il giusto e meritato riscatto su queste nobili pagine dove dimostra con i fatti che i soldi di chi andava con lei erano decisamente spesi bene, probabilmente molto meglio che quelli di chi lascia laute offerte ai preti ed al clero a messa e in chiesa (6 pagine con 10 foto).

- le serie tv poliziesche : elenco e brevi schede

- ZAIRA si nasce ma ZOCCHEDDU si diventa : la parrucchiera romana del coiffeur Castore e Polluce che sogna di fare l'attrice e svela le sue qualità per convincere chi non crede in lei , 5 pagine con 7 foto

Chi sei Muska ?  racconto di Bernardino Zapponi , con illustrazione a tutta pagina di Cesare Reggiani

- PLAYGULP play gulp parodie fumettistiche di Bonvi 6a puntata

- una accattivate mezza paginetta con 4 pics tratti dal licenzioso film di Flavio Mogherini Per favore occupiamoci di Amelia : in due abbiamo una strepitosa Barbara Bouchet che sbuccia la banana accanto a Gianni Cavina e negli altri la splendida mulatta Prat Africa vista da monte e da valle

Il bell' amore  racconto di Carlo Coccioli

- umorismo : cartoon panels di Mordillo, Rowland Wilson, Gualtiero Skiaffino, Gahan WilsonPhil Interlandi

E ovviamente tantissimo altro, rubriche, servizi, racconti, ecc, ecc, etcì

 

CONDIZIONI DELLA RIVISTA : CONDIZIONI: OTTIMEPOSTER CENTRALE CFP INCLUSO ED ANCORA ALLEGATO AL CENTRO DELLA RIVISTA


LEGENDA STATO DI CONSERVAZIONE

condizioni ECCELLENTI (o anche EDICOLA e/o MAGAZZINO) = si intende un oggetto nuovo e perfetto oppure usato senza difetti e praticamente ancora come nuovo, tenendone per quest’ultimo caso in conto ovviamente la datazione ; corrisponde a un range di grading internazionale compreso tra 8,5 e 9,8 (non assegniamo punteggi superiori a 9,8 perchè trattasi di tipi ideali a ns avviso più teorici e scolastici che reali e concreti, ogni manufatto umano in natura ha una percentuale insita e congenita seppur infinitesimale di imperfezione)

condizioni OTTIME = oggetto nuovo (o talora anche usato ma maneggiato e conservato con molta cura) in cui non si riscontra alcun difetto rilevante e degno di nota, tutt’al più qualche minimo segno di lettura o di uso ; corrisponde a un range di grading internazionale compreso tra 7 e 8,5

condizioni BUONISSIME = oggetto usato (ed in taluni casi anche fondo di magazzino soggetto a piccole usure del tempo) con lievi imperfezioni e difetti poco vistosi, generalmente molto marginali ed appena percepibili ; corrisponde a un range di grading internazionale compreso tra 5,5 e 7

condizioni MOLTO BUONE = oggetto usato con imperfezioni vistose e difetti abbastanza spiccati, pur se non completamente invalidanti (generalmente specificati nel dettaglio alla voce CONDIZIONI nella parte inferiore della descrizione di ogni singolo oggetto); corrisponde a un range di grading internazionale compreso tra 4 e 5,5

condizioni PIU’ CHE BUONE / MEDIOCRI = oggetto usato con imperfezioni e difetti evidenti, smaccati, madornali ed invalidanti, assolutamente non collezionabile tuttavia idoneo per la semplice lettura o documentazione ; corrisponde a un range di grading internazionale inferiore a 4

per eventuali ulteriori dettagli aggiuntivi e specifici si prega di fare sempre riferimento alla voce CONDIZIONI nella parte inferiore della descrizione di ogni singolo oggetto



 

A.A.A. Offresi – il documentario perduto sulla prostituzione negli anni Ottanta

Scandalo in Rai

  

A.A.A. Offresi
 

Sei le autrici: Loredana Rotondo, Annabella Miscuglio, Paola De Martiis, Rony Daopoulo, Anna Carini e Maria Grazia Belmonti.
Sono le stesse di “Processo per stupro“, che nel 1979 aveva squadernato nei tinelli di tutta Italia l’orrore e lo squallore delle aule di giustizia quando alla sbarra siedono maschi violentatori.
E dove in realtà a finire sotto accusa sono invece le loro vittime. Va in onda la sera del 26 aprile, alle 22.
Prefigurando il futuro format di “Un giorno in pretura”, è la cronaca senza filtri delle udienze che dovrebbero restituire giustizia a Fiorella, stuprata la notte del 7 ottobre del ’77 da quattro uomini, che la attirano in una villa di Nettuno con il miraggio di un’offerta di lavoro.

Scriverà Giovanni Cesareo sull’Unità: «Processo per stupro è una di quelle trasmissioni che qualificano l’intera programmazione di una rete televisiva. Con l’efficacia del racconto di vita, con l’evidenza del fatto colto nel suo contesto reale e nel suo farsi, la tv sprigiona finalmente tutto il suo potenziale. Ascoltare dalla viva voce degli avvocati della difesa le aberranti argomentazioni secondo le quali una ragazza violentata non può che essere responsabile lei delle voglie dei violentatori, e seguire parola per parola la descrizione lirica di atti sessuali da parti di uomini togati nel cui sguardo tralucevano i fantasmi di antiche case di tolleranza… è stata un’esperienza sconvolgente». Vince il Premio Italia, “Processo per stupro”, viene presentato al festival di Berlino, negli Stati Uniti ottiene addirittura una nomination all’Emmy Award, l’Oscar della televisione.

E ancora oggi una copia è custodita negli archivi del Moma di New York.

Le sei registe entrano negli anni Ottanta con un nuovo documentario che si intitola “A.A.A. Offresi”. Racconta di Véronique La Croix, 27 anni, parigina di origini cecoslovacche, madre di una bambina ma soprattutto prostituta. Di stanza a Roma, riceve al civico 50 di via San Martino ai Monti, quartiere Esquilino: i clienti le telefonano dopo aver letto su un giornale il suo annuncio (già, A.A.A. offresi…). Telecamere e registratori? La donna è d’accordo, benché ben poco condivida le istanze femministe alla base dell’iniziativa: «I passi che le donne dovevano fare li hanno già fatti ed è giusto che lavino i piatti e pensino ai bambini: è il loro ruolo», dice in quei giorni alla rivista Quotidiano Donna.

Véronique La Croix (Foto Roberto Rocchi/Playboy)

Véronique La Croix (Foto Roberto Rocchi/Playboy)

E con tanto di eleganti scatti di Roberto Rocchi, il fotografo delle dive, Véronique finisce anche su Playboy. Dove Giulia Massari la descrive così: «Un po’ sul tondo, ma molto ben modellata, con la faccia larga, la bocca sensuale, i capelli lisci con la frangetta, impoveriti dai vari cambiamenti di colore: Véronique deve sicuramente attrarre gli uomini, o almeno quel tipo che ama sentirsi tranquillo». Del tutto inconsapevoli di essere ripresi sono invece i clienti, peraltro resi irriconoscibili: e proprio il fattore “candid camera” contribuirà ad attirare l’attenzione della magistratura. Una quindicina di ore il materiale girato, un’ora la durata del documentario in cui sfilano, nell’ordine: un cliente che contratta (lei chiede 30mila lire, lui ne offre 15, poi rilancia a 17, ma niente), un secondo che consuma, un terzo che telefona per sapere se Véronique è, come dire, bionda naturale, un quarto che, nudo, chiede di farsi frustare con la propria cintura («sì, sì, sono uno schiavo…»). Poi un poliziotto, che sventolando il proprio tesserino ottiene una prestazione gratuita, un anziano, che pretende di pagare dopo (ma lei rifiuta, lui si riveste e se ne va), ancora uno studente le cui 10mila lire non bastano, e Véronique lo spinge fuori dalla porta. Infine l’ultimo, di cui si sente soltanto la voce. E che vuol farsi vedere da Véronique mentre fa pipì: »Vedi mamma come sono bravo?».

Véronique La Croix (Foto Roberto Rocchi/Playboy)

Véronique La Croix (Foto Roberto Rocchi/Playboy)

L’elenco dei puttanieri lo fanno quei pochi giornalisti invitati dalla Rai ad assistere alla trasmissione in anteprima. E che resteranno gli unici a vederla. «Una fila – scrive Anna Maria Mori su Repubblica – persino noiosa per quanto è ripetitiva, di uomini piccoli piccoli che cercano e pagano finalmente un rapporto in cui farsi vedere come sono: piccoli, appunto. Che sia questo, o soprattutto questo, che gli uomini non vogliono e le donne non debbono vedere?».

È giovedì 12 marzo 1981 quando alle 21.30, sugli schermi di Rete 2, compare l’annunciatrice Marina Morgan. Che così informa milioni di telespettatori: «Signore e signori buonasera. La trasmissione “A.A.A. Offresi”, su invito formale del presidente della Commissione di vigilanza non andrà in onda. Trasmetteremo il film Grisbì con Jean Gabin. Buon divertimento». Firmato dal democristiano Mauro Bubbico, il telegramma indirizzato al consiglio d’amministrazione della Rai recitava: «Invito la concessionaria alla sospensione della messa in onda della trasmissione in attesa dell’esame e della definizione degli indirizzi generali della programmazione del servizio pubblico». Un ingorgo di genitivi che però nulla spiega delle ragioni della richiesta. Tanto basta comunque per far scattare la censura.

Certo, nel rispetto delle forme: con il cda che riceve il messaggio durante una riunione ordinaria già fissata – e sono quasi le 19, a meno di tre ore dall’inizio del programma – e che rimette la decisione alla direzione generale. Presidiata da Willy De Luca, altro uomo Dc. Che a sua volta prospetta l’invito di Bubbico al direttore di Rete 2, il socialista Pio De Berti Gambini. Che gli rispedisce il pallone: «Penso che debba essere tu a decidere». Qui il cerchio si chiude. E via dunque con l’immortale Jean Gabin, Véronique può aspettare. E sta ancora aspettando: la “sospensione della messa in onda” nel frattempo è diventata cancellazione. E la bobina di A.A.A. Offresi oggi, quasi 40 anni dopo, giace ancora dimenticata su qualche scaffale del Tribunale di Roma, tra gli oggetti sequestrati in quanto corpo di reato. Benché il reato, per la giustizia italiana, non si sia mai consumato e i palati dei telespettatori si siano nel frattempo assuefatti a contenuti ben più forti.

Véronique La Croix (Foto Roberto Rocchi/Playboy)

Ma quant’erano zelanti, allora, i democristiani. E il plurale nulla c’entra con la maiestas (invero pochina) di Bubbico. Ci mettono infatti lo zampino altri pezzi grossi dello scudocrociato: da Maria Eletta Martini, vicepresidente della Camera, al capogruppo in Senato Giorgio De Giuseppe. La prima inviando una lettera al presidente della Vigilanza Rai, sollecitandone l’intervento: «Caro Bubbico, la trasmissione “A.A.A. Offresi” rappresenta un’ennesima dimostrazione di potere maschilista sulle donne. Siamo a pochi giorni dall’8 marzo e stasera la tv di Stato ci fornirà il vecchio modello di donna-oggetto, contraddicendo i fiumi di parole, ufficiali e no, di considerazione per le donne. E tu, caro Bubbico, con la tua commissione, non hai niente da dire alla tv e alle donne italiane?». Il secondo presentando assieme a tre colleghi di partito una interrogazione urgente al ministro delle Poste e Telecomunicazioni, il socialdemocratico Michele Di Giesi, per chiedere la sospensione di un programma «sia pur artatamente camuffato da intendimenti culturali, la cui arditezza gareggia con i cinema a luce rossa». Programma che ovviamente né De Giuseppe né la Martini hanno visto. Scriveranno le autrici, dopo giorni di polemiche:

Il nostro precedente lavoro “Processo per stupro” aveva rimandato automaticamente al problema della sessualità maschile e ricordiamo che, in esso, gli stessi avvocati difensori degli stupratori facevano una sorta di apologia della prostituzione. In “A.A.A. Offresi” l’’ggetto della nostra analisi non è solo la prostituzione ma la sessualità maschile o, almeno, un aspetto di essa strettamente connesso al rapporto uomo-donna che vive nel momento dell’incontro mercenario. Questo non ha comportato tuttavia la ripresa dettagliata dell’atto sessuale, che non era in sé particolarmente rilevante ai fini della nostra ipotesi di lavoro e che, d’altra parte, la nostra coscienza di donne non avrebbe consentito. Ci interessava piuttosto rilevare un insieme di comportamenti spersonalizzati e non identificabili, senza per questo pretendere di fare una interpretazione generalizzata del fenomeno. Ci è stato imputato di aver “guardato” in “privato” esseri umani “inconsapevoli”. Di quale privato si tratta? Il “privato” con una donna che viene considerata “pubblica”? Si intende forse difendere la privatezza del commercio di carne umana, mentre all’orizzonte si intravede una campagna per il ripristino delle case chiuse? La prostituzione è un’attività sessuale mercificata fra adulti consenzienti e non è considerata un reato. Se è lecita, se è una parte, seppur triste, della condizione umana, se è una pratica sociale ammessa perché allora non è documentabile? Se invece la si considera vergognosa, perché non è denunciabile? Noi crediamo di aver correttamente posto un problema che la gente deve conoscere e capire perché vi possa essere un mutamento, convinte che se si vuole cambiare una realtà si deve avere prima il coraggio di guardarla.

Alla fine la penseranno così anche i magistrati, dopo che le sei registe (e con loro anche cinque alti dirigenti Rai) vengono incriminate con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione e violazione del diritto alla riservatezza del cittadino. Tutti assolti, in primo grado il 10 novembre del 1985 e in appello addirittura dieci anni dopo. Magra consolazione, perché il risultato perseguito da Bubbico e amici alla fine è stato raggiunto: “A.A.A. Offresi” in tv non è mai passato. Alla faccia degli anni ’80 della libertà ritrovata.