Una selezione dell'attuale donazione, insieme a 41 disegni prestati
dall'Archivio Fausto Melotti di Milano e a 2 sculture di collezione privata,
consentono di ripercorrere in mostra le linee fondamentali del pensiero
melottiano, a partire dagli esordi artistici negli anni Venti fino alla prove
della piena maturità. Nato a Rovereto, vissuto durante l'infanzia e
l'adolescenza tra il Trentino e Firenze, laureatosi in ingegneria a Milano e
infine approdato alla classe di scultura dell'Accademia di Brera, Fausto Melotti
fece tesoro di questi anni di formazione, divisi tra lo studio della matematica
e dei classici, l'amore per l'arte e l'esercizio della musica. I disegni degli
anni Venti e Trenta rinviano a questi percorsi formativi e documentano
dell'adesione all'astrattismo. I soggetti e i miti della classicità, come ad
esempio Hermes, Euridice, Orfeo (1926), interpretati con spirito originale pur
consapevole dei contemporanei movimenti metafisici, si alternano quindi a
invenzioni che maggiormente risentono della componente matematico-ingegneristica
della sua educazione e della continua riflessione sul linguaggio e le strutture
musicali. I pezzi, scelti tra quelli donati al Gabinetto Disegni e Stampe,
ripropongono le geometrie esatte legate all'astrattismo degli anni Trenta e i
linearismi tipici delle sculture della maturità.