Philippe Jarbinet
HISTORICA n. 1
AIRBORNE 44 N. 1
La battaglia delle Ardenne
il volume raccoglie l’ intera prima saga in 4 capitoli :
1 – LA’ DOVE CADONO GLI UOMINI Tome 1 – Là oú tombent les hommes
2 – UN DOMANI SENZA DI NOI Tome 2 – Demain sera sans nous
3 – OMAHA BEACH Tome 3 – Omaha Beach
4 – DESTINI INCROCIATI Tome 4 – Destins croisées
La storia non siamo affatto noi, ma è quella che ci raccontano e ci danno da bere i vincitori per legittimare la loro supremazia e giustificare i propri privilegi, tornaconti e soprusi, anche a furia di enormi forzature, spudorate bugie e clamorose menzogne, cui siamo obbligati a prestare ascolto, costretti ad abbozzare e dobbiamo pure far finta di crederci, insomma : cornuti, mazziati e contenti
Questo primo volume della collana mensile Historica, distribuita in edicola da Mondadori contiene l’intera
prima serie di Airborne 44 ad opera di Philippe Jarbinet (autore sia dei testi sia dei disegni), che intreccia le vicende di
soldati e popolazione civile durante l’avanzata alleata sul fronte occidentale.
Di fatto, questa prima saga di Airborne 44 è composta da due storie, Airborne 44 e Omaha Beach, fra loro collegate
attraverso personaggi ricorrenti.
L’autore sviluppa le vicende in maniera classica, usando in entrambi i casi come linea portante un
romance, che ha il suo climax nel pieno dei furori bellici.La vicenda romantica, infatti, scandisce i tempi
lunghi della narrazione attraverso le proprie scene chiave, permette di variare sia il ritmo della lettura,
alternando propri momenti di calma alla frenesia degli scontri, sia il livello della tensione, spostando il
centro dell’attenzione dagli eventi militari (comprendo in essi anche la caccia all’uomo di Airborne) a
quelli sentimentali.
L’importanza di questa linea emerge anche a livello figurativo, laddove si noti come i protagonisti dei
racconti siano “tutti giovani e belli”: la guerra si abbatte intorno a loro con crudeltà ed efferatezze, ma
non riesce a intaccare la bellezza dei loro volti, sempre all’altezza della copertina di una rivista di celebrità.
Jarbinet rende con accuratezza anche gli aspetti più feroci della guerra, ma, si veda il carnaio di Omaha
Beach, i corpi decapitati in corsa, sventrati dalle bombe o dai coltelli, i cumuli di macerie e rovine, tutto
è reso con una plasticità che quasi rende astratto l’evento. Nelle tavole si addensano sequenze di morti
spettacolari e cadaveri perfetti. Per evitare che il compiacimento dell’occhio faccia aggio sullo spirito
critico, Jarbinet ricorre talvolta a didascalie e dialoghi artificiosi: in Airborne, Luther (soldato statunitense
di famiglia tedesca) e Gabrielle parlano del rapporto fra nazismo e Germania; poi Luther e l’ufficiale
delle SS parlano dei nuovi equilibri dopo il termine della guerra (e qui il lettore può interrogarsi: il fatto
che le argomentazioni del nazista siano quelle vincenti riflette una visione critica o è solo manierismo?).
In Omaha Beach, abbiamo le riflessioni del protagonista, che gli stessi commilitoni irridono
amichevolmente come filosofeggiare gratuito. E, poi, sicuramente, la scena finale, che vede antichi
nemici uniti da uno stesso amore per la pace e odio per la guerra.
Odio per la guerra: perché in effetti proprio questo è il sentimento profondo che muove le due storie.
Jarbinet racconta la guerra piazzandosi in mezzo alla battaglia: mettersi sul piano dello scontro rende
perfettamente il caos e l’insensatezza della guerra, perché siamo travolti dagli eventi, impossibilitati ad
assumere un qualsiasi punto di vista più elevato.
Qualunque siano le strategie, le visioni del mondo che si combattono, sul terreno ci sono alla fine uomini
che uccidono e sperano di non essere uccisi, o peggio, essere storpiati, ridotti a relitti per menomazioni
fisiche o mentali. Vediamo i mutilati, i perseguitati, gli impazziti, i ragazzini in divisa della Wehrmacht
mandati a morire, adolescenti a cui comunque hanno già rubato la vita.
E nessuno di essi trova un senso a quello che sta facendo: il terrore continuo non è risolto, ma invade
ogni attimo e pensiero del combattimento.
È una visione comunque confortante, poiché è verosimile il lettore ne condivida tutti gli aspetti.
In Airborne, Jarbinet introduce anche il personaggio di un francese arruolato nelle Waffen-SS, ma gli
affida addirittura il ruolo di eroico custode di testimonianze fotografiche delle stragi naziste sul fronte
orientale: quello che poteva essere un tema disturbante, almeno per il lettore francofono, è quindi
risolto in maniera assolutamente rassicurante.
Vale infatti la pena ricordare che le formazioni internazionali delle Waffen-SS, come la Charlemagne
che raccoglieva componenti provenienti da tutta Europa, Francia e Belgio compresi, è un elemento della
mitologia delle formazioni di ispirazione neonazista, quali in Italia Terza Posizione.
Jarbinet sceglie un punto di vista preciso: politici e generali hanno nella guerra il proprio business as
usual e ne sfruttano le occasioni in termini professionali e di potere, coscrivendo cittadini e sudditi e
mandandoli a morire in mezzo al fango, al vomito, al sangue, ai pezzi di corpi dispersi.
Quando le armi cessano, i cittadini e i sudditi, svestite le uniformi, tornano amici come prima.
In definitiva, siamo di fronte a un’opera di ottima fattura, che svolge il tema “uomini in guerra” in modo
classico, rassicurante e con grande perizia tecnica. Dal punto di vista editoriale, Mondadori propone
un’edizione assai pregevole, in cui sono particolarmente apprezzabili qualità della carta e resa dei colori.
L’introduzione di Pasquale Ruggero contestualizza gli eventi di Airborne all’interno della campagna delle
Ardenne e offre quindi un preciso riferimento a chi ne fosse digiuno.
traduzione di Marco Farinelli
Arnoldo Mondadori Editore, 2012, cartonato , 192 pagine, tutto a colori, formato cm. 21,9×28,7
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Endrucomics at Utah Beach, July 2016