La dionea o venere acchiappamosche (Dionaea muscipula Soland. ex Ellis) è una pianta carnivora appartenente alla famiglia delle Droseracee. Charles Darwin definì la pianta "una delle più meravigliose al mondo".


Grazie alla sua capacità di compiere rapidi movimenti tigmonastici e alla forma delle foglie, che ricordano una bocca piena di denti acuminati, è col tempo divenuta la pianta carnivora per antonomasia.


È una piccola pianta erbacea, perenne, le cui foglie sono disposte a rosetta attorno a un punto centrale. Questa pianta misura fra i 10 e i 14 centimetri quando è adulta. L'aspetto della pianta varia a seconda delle stagioni: d'inverno, le foglie si abbassano al suolo entrando nel cosiddetto periodo di dormienza, mentre d'estate le foglie si alzano dritte.


Le radici sono sottili e lunghe anche oltre 20 cm.


I lunghi piccioli delle foglie posseggono alla loro estremità una trappola munita di "denti" morbidi, detti anche ciglia; le trappole sono formate da due lembi dentro ognuno dei quali si hanno tre piccoli peli che fanno da sensore; quando questi sensori vengono toccati o vibrano le trappole si chiudono di scatto (tigmonastia). La pianta, grazie a un sofisticato sistema di "memoria", riesce a distinguere il primo "tocco", rimanendo ferma in attesa, dal secondo, che invece impartisce l'ordine di "serrare" le trappole. Ogni 30/40 secondi circa la "memoria" viene resettata facendo ripartire il ciclo. Questo sistema è usato dalla pianta per evitare di chiudere le trappole quando non abbia ancora "riconosciuto" la preda: una chiusura selettiva per risparmiare energia. Per riconosciuto si intende che "l'oggetto" all'interno della trappola debba muoversi, almeno due volte, nell'arco temporale di 30/40 secondi. In seguito alla chiusura della trappola, se la Dionaea rileva il movimento della preda, inizia la fase digestiva, altrimenti si riaprirà lentamente dopo qualche ora. Per questo motivo si consiglia di non somministrare prede morte poiché queste non verrebbero riconosciute e costituirebbero esclusivamente uno stress per la pianta. Il colore delle trappole dipende soprattutto dall'illuminazione che la pianta riceve: più luce solare la pianta riceve, più rosse ed energetiche sono le trappole (esistono alcune varietà, che esposte per lunghissimi periodi alla luce solare, si colorano totalmente di rosso).

Le trappole misurano solitamente 2 - 3 centimetri, ma alcune selezionate artificialmente possono raggiungere i 5 - 6 centimetri, oppure possono presentare delle forme e dei colori particolari (denti lunghi o uniti, seghettati o addirittura inesistenti, ma anche colorazione completamente rossa, verde o gialla).


I fiori sono supportati da un alto stelo fiorale che si alza dal centro della rosetta, così da preservare gli insetti che effettuano l'impollinazione dalle trappole che si trovano più in basso. Lo stelo può superare i 20 cm di altezza ma solitamente si aggira intorno ai 15 cm.


I fiori, ermafroditi, hanno 5 petali e sono di colore bianco. Il loro numero è variabile, da uno a quindici, sbocciano in giugno. La pianta è sessualmente matura quando raggiunge i quattro o cinque anni di età.


Questi fiori daranno facilmente piccolissimi semi neri brillanti somiglianti ai semi dell'uva.


La pianta fiorisce tra maggio e giugno nel relativo habitat naturale.


Molti coltivatori preferiscono tagliare lo stelo fiorale nell'estremità inferiore per evitare che la pianta ancora giovane utilizzi tutta l'energia anche delle trappole per produrre il fiore, indebolendosi e rischiando poi la vita per produrre i semi; tagliando lo stelo fiorale infatti, la pianta è più propensa a produrre nuove foglie (lo stelo fiorale, una volta reciso tende a risvilupparsi costantemente, dipende ovviamente dalle condizioni di luce e di calore). È quindi consigliato recidere lo stelo fiorale se la pianta è ancora giovane, finché la "rosetta" non raggiunge un diametro di almeno 15–20 cm.


Da novembre a febbraio la pianta sospende la produzione di foglie e va in riposo invernale. Durante questo periodo molte foglie anneriscono e solitamente le trappole cessano di chiudersi, ma rimane inalterata l'attività radicale. Possibilmente da evitare è la formazione di ghiaccio nell'acqua della pianta che comunque in questo periodo deve essere ridotta a quantità minime (1 cm nel sottovaso), solamente l'indispensabile a mantenere la torba umida e attendendo il totale assorbimento prima della successiva annaffiatura.


È originaria degli Stati Uniti, della zona degli stati della Carolina del Nord e del Sud.


Vive e si sviluppa al sole sulle praterie umide e sabbiose, che hanno un tenore molto debole di materia organica.


I coltivatori che preferiscono ripropagarla per seme ignorano la recisione del fiore, anche se dopo aver prodotto i semi e reciso poi il frutto secco, la pianta impiega più tempo a riprendere lo sviluppo.

Il seme si posiziona sulla superficie del terreno umido e per far nascere una piantina fino ai primi 2 cm di diametro occorre almeno un anno, minimo dieci mesi. Se la plantula vive in ottime condizioni può svilupparsi più velocemente. Per produrre i semi è sufficiente fecondare l'ovario posizionando il polline sullo stimma con l'aiuto di un piccolo pennello.


Per avere successo con la coltivazione di questa pianta, è comunque indispensabile utilizzare come substrato torba acida di sfagno mista a perlite o sabbia di quarzo possibilmente priva di sali e in proporzione 1 a 1. Il substrato deve avere un'aerabilità considerevole e non deve essere premuto. Sono sconsigliate le torbe bionde per acidofile in quanto hanno un ph leggermente meno acido (>= 4) e soprattutto spesso sono fertilizzate (e questo è totalmente da evitare in quanto costituisce per questa pianta un vero e proprio veleno). Non dovrebbe mancare anche dello sfagno adagiato in superficie, essendo grande "accumulatore" di acqua, garantisce una umidità ottimale alla pianta.


È possibile, inoltre, aggiungere un pizzico di vermiculite, ma in quantità mai superiore al 10%, per stimolare la crescita della pianta.


È meglio evitare di innaffiare la pianta dall'alto: deve essere riempito il sottovaso con 2-3 cm di acqua distillata, osmotizzata o direttamente con acqua piovana; mantenere il livello di acqua nel sottovaso costante e controllare eventualmente l'umidità del terreno. Non utilizzare acqua dal rubinetto o in bottiglia, porterebbe alla morte la malcapitata dionaea entro poche settimane.[senza fonte] È possibile, inoltre, vaporizzare regolarmente la pianta. Nel periodo invernale, invece, si consiglia di riempire il sottovaso con 1 cm di acqua e attendere il completo assorbimento prima del successivo riempimento onde evitare che eventuali gelate possano danneggiare la parte radicale.