DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA




IN 20 VOLUMI RILEGATI (A-Z)

NICOLO' TOMMASEO e BERNARDO BELLINI

RIZZOLI

collana BUR DIZIONARI CLASSICI

EDIZIONE DEL 1983


da Wikipedia:

Il Dizionario della Lingua Italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini, detto brevemente anche Tommaseo-Bellini è il più importante dizionario della lingua italiana prodotto durante il Risorgimento italiano.

Storia

L' opera ha una storia lunga e complessa, e nasce dall' interesse sempre vivo che il Tommaseo ebbe per la lingua e per la lessicografia in particolare. Ancora studente sedicenne, a Padova, abbozzava le "Regole necessarie alla facitura di un lessico latino", rimaste incompiute, ma è negli anni del primo soggiorno fiorentino che questo suo interesse diventa organico e concreto.

Verso il 1827, giunto a Firenze, si procurò una copia dell' edizione 1806 del Vocabolario della Crusca e cominciò ad interfoliarla con pagine fitte di appunti. Nel 1830 pubblicò il Dizionario dei sinonimi della lingua italiana, opera che fece apprezzare al grande pubblico le sue capacità linguistiche e che ebbe per svariati decenni continue ristampe.

Fu probabilmente sulla scia di questo successo che nel 1835 l' editore torinese Giuseppe Pomba contattò il Tommaseo per una nuova e più importante opera lessicografica. Ma dopo tre lustri l' opera non era ancora stata realizzata. Divenne risolutivo l' intervento di un terzo personaggio, anch’ egli torinese come il Pomba: Maurizio Guigoni, direttore della Società editrice italiana. Le trattative tra Guigoni e Tommaseo si protrassero per quattro anni, dal 1852 al 1856. Fu definito il “taglio” del lavoro, che doveva essere un "Vocabolario generale della lingua italiana". Ma dopo la firma del contratto, avvenuta il 15 luglio 1856, Guigoni si ritirò dall' impresa, probabilmente per ragioni finanziarie.

L' iniziativa editoriale fu assunta definitivamente dal Pomba. La stesura vera e propria iniziò nel 1857 e proseguì per quasi un ventennio, articolandosi in otto volumi, apparsi tra il 1861 e il 1874. Tommaseo e Bellini morirono rispettivamente nel 1874 e nel 1876, quindi spettò a Giuseppe Meini portare a compimento gli ultimi due volumi:

«dalla voce Si in poi (dove rimase il TOMMASEO), il Dizionario, bene o male che sia condotto (non spetta a me giudicare), è tutta opera mia.»

Il lavoro in collaborazione con un editore piemontese come il Pomba ha una rilevanza non indifferente per alcune implicazioni socioculturali che ne conseguono. In Piemonte, data la marginalità geografica della regione, la lingua italiana appariva ancora come un elemento estraneo e da raggiungere tramite uno studio accurato partendo da un dialetto molto diverso. Dopo la dominazione francese, con la Restaurazione, il Piemonte è fra le regioni che dimostrano più desiderio di raggiungere una lingua comune ed è quindi qui che si concentrano lavori lessicografici di diverso tipo. Il vocabolario si fa simbolo di una nuova speranza di tempi nuovi, sotto l' auspicio dell'unità politica appena raggiunta.

È un verosimile vocabolario dell 'uso per gli anni 1860/70; presenta un lemmario molto ampio che attesta tutto il patrimonio della tradizione, corredato di citazioni di autori del Settecento/Ottocento, tra cui Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni, e allargando così il canone degli "auctores" che l' Accademia della Crusca aveva fissato.

Un illustre fruitore del Dizionario fu Gabriele D' Annunzio.



IN BUONO STATO

PESO TOTALE 12,20 KG CIRCA

promemoria interno: MIGN